L’eta anagrafica

Spesso ci capita di incontrare persone che non dimostrano minimamente l’età che hanno. Aldilà dell’aspetto fisico vi sono persone che anche mentalmente sono e si mostrano giovani. In alcuni casi invece ci può capitare di conoscere dei giovani che, nonostante la giovane età, sono maturi. In passato i ragazzi di venticinque anni erano già uomini fatti, pronti a crearsi una famiglia propria. I giovani della nostra epoca spesso a venticinque anni non sono ancora maturi per affrontare la vita vera. La famiglia con le sue mille attenzioni, la mancanza di esperienze concrete, la scuola, la mentalità sbarazzina hanno favorito la creazione di una generazione giovane e spensierata. Molti adolescenti protetti dalla famiglia, economicamente benestante, si lasciano andare. Le esperienze formative che vengono fatte sono quelle sbagliate, quelle che portano fuori strada. Ci sono così ragazzine vivaci capaci di passare notti intere in discoteca, ma non in grado di dormire sole in casa, di badare agli anziani o ai bambini piccoli. I genitori per proteggere i figli, per dare loro tutto, non li hanno resi partecipi della realtà. Molti bimbi non vengono ammessi nei funerali, vengono tenuti lontani dagli ospedali, e quindi sono impreparati, incapaci di capire la realtà della malattia e della morte. Le ragazze stesse si divertono ma non apprendono nulla della economia domestica. Alcune ragazze non sanno stirare, cucire perché c’è stato sempre qualcuno che lo ha fatto per loro. Accade sovente che i bambini crescano con i nonni perché i genitori lavorano e quindi vengono viziati. Ai figli viene dato denaro da spendere in pub, discoteche, luoghi di ritrovo. Di fronte alla morte i giovani sono spaventati, disorientati, non sanno come comportarsi perché sono stati tenuti lontano. La vita è fatta di molte cose che andrebbero conosciute, non si può vivere con la testa sotto la sabbia. Nel nostro tempo ci ritroviamo persone adulte anagraficamente ma cuccioli indifesi davanti alla realtà della vita.

 

Ester Eroli

 

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