L’evoluzione della scuola italiana

L’evoluzione della scuola italiana

In passato la formazione scolastica era molto affidata alle nozioni e alle pratiche mnemoniche. Pigramente la scuola si cullava dentro nozioni standard già verificate e acquisite dagli insegnanti. Si imparavano, spesso goffamente, le poesie classiche a memoria, i teoremi di geometria, l’algebra. Gli studenti annaspavano fra traduzioni di latino e complicati problemi di matematica. C’erano le interrogazioni minacciose, le gare di verbi, di tabelline ecc. si studiava con rabbia le varie e aride classificazioni scientifiche come quella dei funghi. Si facevano complesse e noiose ricerche collettive. Si ripeteva fino all’ossessione gli stessi concetti, gli stessi fatti storici. Gli insegnanti guidavano, consigliavano, mettevano in guardia quando qualcuno aveva lacune in certe materie. Tutti gli studenti agognavano a finire la scuola al più presto, a raggiungere il traguardo ideale della promozione. Molti si abituavano al sistema scolastico ed erano contenti. Le materie umanistiche erano rispettate, considerate fonte di sapere e di cultura. Il latino e il greco erano le lingue supreme. Certi argomenti troppo aridi però facevano perdere interesse ai giovani. La scuola perdeva terreno. Poi lentamente si sono avviate le riforme. Le materie scientifiche hanno preso il sopravvento. Ora leggere certi libri come Cuore di De Amicis o orgoglio e pregiudizio è quasi una vergogna. Si preferiscono di gran lunga gli autori stranieri, americani, francesi, quasi sconosciuti. In modo deciso il ruolo della storia è scaduto. Le conoscenze da acquisire sono ben altre. Si punta sullo studio dell’inglese, dell’informatica. Le materie umanistiche sono scadute, sono estranee, guardate con sospetto. Ora avanza solo il sapere economico e minaccia di occupare tutto il campo. Nel mondo umanistico, a parte gli studi specifici, si fanno solo delle incursioni. La scuola ha puntano di più sulla tecnica lasciando stare la teoria e la memoria. Alla fine ci siamo trovati di fronte a dei veri analfabeti. La cultura nel senso proprio del termine è scaduta. I giovani intervistati alla tv ignoravano semplici conoscenze di storia romana. Alcuni hanno fatto scena muta pure sulla storia risorgimentale. Ci si accorti con orrore che era difficile recuperare. I giovanissimi erano soprattutto attirati dai giochi ai pc, dalle ricerche sterili su internet. Il sapere da un giorno all’altro è andato alla deriva. I tempi sono cambiati ma non sempre in meglio. Bisognerebbe decidere di trovare il giusto mezzo ossia di coniugare sapientemente il sapere teorico con quello pratico, le conoscenze scientifiche con quelle umanistiche. Gli argomenti principali dovrebbero essere affrontati da entrambe le materie. L’ecclissi di sole ad esempio potrebbe essere analizzata dal punto di vista della geografia astronomica ma anche della storia, vedere in passato come sono avvenuti questi fenomeni.

 

Ester Eroli

 

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