L’illusione del possesso

L’illusione del possessoSpesso di un lungo discorso riusciamo a cogliere i concetti fondamentali, l’essenza, il nocciolo che riusciamo a ricordare alla perfezione proprio perché abbiamo mirato all’essenziale. Quando incontriamo le persone dovremo ugualmente cogliere l’essenza. Tra i pregi e i difetti che ciascuno ha dovremo cogliere solo il fulcro intorno a cui ruota l’anima di quell’individuo. Anche le persone più selvagge e ribelli, più crudeli hanno una loro essenza, un loro spirito. Alcune persone bisogna saperle prendere, gestirle. A livello di vita sentimentale spesso si mira a conquistare l’altro in modo totale. Si gioca con i sensi per poi lascarsi andare completamente fra le braccia dell’innamorato. Ci si rende conto poi che specialmente i giovani mirano a conquistare corpi, quanti più corpi possibili, ma non anime. L’anima viene tralasciata, dimenticata. Non si mira a colpire al cuore l’altro, a catturare per così dire la sua anima, la sua essenza di essere umano, la sua personalità Allora accade sempre più di frequente di essere lasciati, di lasciare. Si è conquistato un corpo, ma questo poi a un certo punto per noia, per stanchezza, per rabbia, per odio ci sfugge di mano, precipita nell’abisso del nulla. Il corpo conquistato, gelosamente rivendicato finisce fra le mani di un altro, di un’altra. Il possesso del corpo non è infinito, eterno, ma limitato in un arco temporale preciso. I sensi si stancano, la delusione fiacca il sentimento e spegne la luce negli occhi innamorati. Se noi invece riuscissimo a cogliere l’anima dell’altro potremo dire di averlo in pugno. L’altro sarebbe totalmente in nostra balia, sarebbe nostro. Sarebbe nostro perché nel frattempo saremo entrati in sintonia con il suo spirito, in armonia con i suoi sentimenti. Si sarebbe creata un’alchimia, un feeling, un accordo segreto, una magia. Gli adolescenti moderni non ascoltano canzoni del passato, sono proiettati giustamente verso il futuro. Eppure c’è una canzone di Cutugno altamente significativa in questo senso dal titolo “Voglio l’anima”. Nella canzone si dice a una donna “voglio l’anima non posso più lasciarti libera”. Infatti nel momento in cui conquistiamo solo corpi, attraverso la pratica sessuale, consentiamo a questi di essere liberi. La mente, l’anima della persona oggetto del nostro amore è libera di vagare ovunque, anche lontano da noi. Basta un niente, uno sgarbo, uno schiaffo, l’incontro con un’altra anima, per consentire la fine della relazione amorosa. Gli altri ovviamente non si possiedono, ma si conquistano anche e soprattutto con la luce dell’anima che brilla anche nella notte più nera.

 

Toto Cutugno – Voglio l’anima 1979

http://www.youtube.com/watch?v=Kbgomqz25zE

 

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