L’ossessione di vivere con le ore contate

L’ossessione di vivere con le ore contateI tempi moderni non amano attendere gli eventi, la loro visione è limitata come pure la loro pazienza . Il motto è tutto e subito. In questo modo in ogni circostanza domina la fretta. Si corre tutto il giorno senza pensarci, come se si avesse un demone alle calcagna. Non ci si accorge della presenza degli altri, non si gode la scena del mondo pienamente. Tutti corrono con una velocità incredibile, sfibrante e detestano l’immobilità assoluta. Le persone metodiche, tranquille, sono definite pigre, respinte radicalmente, considerate sgradite, criticate. In certi luoghi di lavoro si procede a ritmo serrato senza un attimo di requie. In certe fabbriche tutto il processo produttivo viene velocizzato in modo sbalorditivo. Le persone più veloci vengono apprezzate per il loro autocontrollo e premiate anche se spesso l’eccessiva leggerezza e velocità è deplorevole ai fini del rendimento. Le persone che se la prendono comoda non sono affidabili. La velocità è un toccasana per la soluzione di talune spinose questioni. Di fronte alla lentezza dei dipendenti certi capi reagiscono e puntano i piedi richiedendo maggior velocità. Non ci sono dubbi che ai loro occhi quelli più rapidi sono i migliori. Nei loro confronti esprimono riconoscenza. Spesso capita di dover consegnare un lavoro, una cosa a una certa scadenza. Il lavoro che ci è stato offerto è legato alla questione tempo. Allora in certi casi si arriva all’affanno, all’insonnia, alla paura di non riuscire. Si rimette ordine, si fanno preparativi con l’assillo del tempo che passa, si guarda costantemente la sveglia, l’orologio. Ci si sente con il fiato sul collo, si contano le ore perché si sa che esiste la possibilità concreta di non arrivare preparati alla consegna. Ci si concentra sul lavoro con l’occhio puntato sulle lancette dell’orologio, inesorabili, assurde nel loro moto veloce. Il tempo scorre senza avere il tempo di riflettere, di soffermarsi, di parlare. Si corteggiano le ore come si fa con una bella donna. Si stabilisce una tabella di marcia ignorando le futilità. Si lotta contro il tempo e per sicurezza si guarda sempre l’orologio o il cellulare per sapere l’ora esatta, per controllare se c’è la facciamo. Interrompiamo ogni attività per finire prima. In certi casi è di vitale importanza arrivare prima rispetto alla tabella di marcia, per ricontrollare il lavoro, per sistemare conti e altro. Diventiamo esigenti con noi stessi. Si innesca un processo mentale per il quale non si può stare lontani da un timer che segna il tempo. Abbiamo bisogno di continue informazioni sull’orario. Niente di più sbagliato. Di solito un simile comportamento genera un ansia da prestazione e sortisce spesso l’effetto contrario. Se vogliamo svolgere attentamente il lavoro dobbiamo non guardare mai l’orologio. Le eventuali sveglie con il loro monotono ticchettio devono essere allontanate. Ci sono studenti che allontanano di proposito gli orologi dalla loro stanza per potersi concentrare liberamente senza limiti temporali. Alla fine si scopre di aver risolto tutto con largo anticipo. Ci sono state che si incontrano facilmente quando si è rilassati e non assillati dal tempo che passa.

 

Ester Eroli

 

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