Marley: il cane nel film

Una sera per caso mi son ritrovata a guardare in tv “Io e Marley”. Un film che non ho mai visto prima per scelta. Non so bene perché, ma non ho mai pensato di volerlo vedere a tutti i costi; forse dagli attori o dalla pubblicità fatta. Mi è sempre sembrato la solita commedia americana, in cui i protagonisti son giovani,belli e single, poi si conoscono,si piacciono, dopo di chè passano un brutto momento, e poi si accorgono di amarsi e “vissero felici e contenti”. A grandi linee le commedie americane hanno sempre la stessa andatura.

Eppure come copertina del film hanno scelto l’immagine dell’attore di spalle ed il cane; il chè dovrebbe rendere diverso il primo giudizio sul film, più che giudizio sarebbe l’impressione che ti da un’immagine da cui dovrebbe scaturire almeno quel pizzico di curiosità che ti spinge a vederlo. Insomma, la presenza di un cane in un film lo rende inevitabilmente tenero, lo rende un po’ più interessante, sicuramente qualunque bambino direbbe alla propria mamma di volerlo vedere. Poi si sa, di solito le scene con dei cani ti strappano sempre un sorriso; ovviamente non rappresenteranno mai un cane che mangia e dorme soltanto, bensì cani allegri,pieni di vita,quelli capaci di rivoltarti una casa intera nel giro di un’ora, quelli che mangiucchiamo qualsiasi cosa gli capiti a tiro … cani per niente noiosi.

Chi ama questi esserini, sa bene quanto possa essere più profondo e sincero lo sguardo del tuo cane che di mille altri occhi che dicono di amarti. Non a caso si dice che “il cane è il miglior amico dell’uomo”. Questo film non rappresentava la tipica storiella, ma un amore profondo verso Marley. Un cucciolo in saldo apparentemente senza motivo; cresciuto nell’amore di una coppia di sposi che si amavano tra loro, i quali se ne prendevano cura come se Marley fosse un figlio. La coppia così, si adatta a Marley e non viceversa. Un cane che ha rappresentato nella loro vita non una semplice compagnia in casa, ma una fonte continua di idee soprattutto per lui, che dopo una vita da reporter ha capito di essere un opinionista infatti, diventa scrittore di una rubrica. Questa è la rubrica che gli regala fama; in molti leggono i suoi pezzi divertiti dalle disavventure della coppia, padroni di un cane che si può identificare tranquillamente come scheggia impazzita, divertiti dai guai che combina e dalle abitudini strambe di Marley. Ma Marley non è solo questo. Diventa un tassello importante nella vita dei coniugi, che dopo tale passo si sentono pronti ad avere un figlio. Da qui comprendono che son all’inizio di una famiglia … ma quando Marley è in fin di vita si rendono conto di averla già incominciata con la sua adozione. Questo cane rimasto cucciolo fino agli ultimi suoi giorni, condivide con loro i momenti più belli della vita della coppia. La grande opportunità lavorativa di lui, la prima gravidanza di lei, le crisi di coppia, il trasloco in una casa più grande e sicura, la nascita di altri 2 figli. Insomma quella parte della propria vita in cui si ha bisogno di un appoggio morale, il cui cane sa darti. Il cane diventa parte di te: ti sta vicino quando ti vede soffrire, ti sta vicino quando sei felice e lui è felice con te senza saperne il motivo, ti accompagna a fare jogging, a fare la spesa o prendere un gelato.

La fine del film racconta l’ammalarsi del cane, la sofferenza della famiglia e la sua morte. È stato commovente. Suppongo che chiunque non abbia mai avuto un cagnolino nella propria vita, durante la visione di queste ultime scene del film,si sia commosso. Ti accorgi della linea sottile che lega il cane al padrone, di quella complicità che è possibile creare forse solo con un essere vivente così.

 

Tiziana D’Avvocato

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