Metodologie di lavoro

metodologie-di-lavoroOgni tanto in un’azienda vengono operati dei cambianti strutturali. Si creano nuovi dipartimenti, se ne accorpano altri, alcune sedi distaccate vengono cedute, alcuni settori vengono eliminati, alcuni dirigenti spostati, alcuni dipendenti cambiati di mansione, alcuni settori vengono divisi . Si crea un nuovo mansionario, un nuovo organigramma. Si mutano direttive anche per sfruttare al meglio le risorse sia interne che esterne e per non disperdere energie importanti, per rendere più laborioso e stimolante l’ambiente di lavoro . Talvolta infatti si ricorre a collaboratori esterni, a persone amabile e colte utili per realizzare ricerche e lavori. Molti dipendenti accettano di buon grado il cambiamento, spontaneamente aderiscono alle nuove iniziative, spesso anche stimolati dalle novità. Molti per temperamento amano le nuove sfide. Di solito tutto scorre liscio. Sono poi alcuni dirigenti quelli che per amor proprio non accettano i mutamenti, specie se sono lesivi per loro. Dirigenti che hanno goduto per anni di privilegi, si ritrovano davanti a inattesi mutamenti che restringono notevolmente la loro sfera di influenza. Con infantile ingenuità hanno creduto che sarebbero stati in eterno sulla cresta dell’onda. Si sono per anni figurato un avvenire splendido. Ci sono dirigenti superbi che per anni hanno vessato i dipendenti che hanno poi perduto progressivamente dipartimenti, dipendenti. Si sono vista ridotto il loro potere e si sono sentiti stretti da un laccio invisibile duro e logorante. Si sono sentiti precocemente estromessi, incatenati a una realtà sgradevole. All’improvviso è diminuito il loro potere, le loro libertà, i loro diritti, magari hanno visto aumentare i propri doveri. E’ diminuita la loro invadenza nelle questioni di ufficio, il loro potere decisionale. Hanno visto nella nuova organizzazione del lavoro nel riassetto una inquietante minaccia. Inflessibili hanno opposto resistenza. Hanno cominciato a comportarsi miseramente. Non hanno salutato più nessuno, si sono barricati nella stanza, hanno maltrattato i pochi dipendenti rimasti con parole oscene e non firmando i loro permessi. Un comportamento volgare, ostruzionista. Poi a denti stretti hanno accettato l’accaduto. Hanno smesso di vantarsi di avere molti dipendenti, di avere stipendi da favola. A malincuore si sono piegati all’evidenza. Poi però hanno escogitato ricatti, minacce. Alla fine hanno iniziato una lotta silenziosa. Hanno cominciato a prendere permessi, ferie e malattie. Si sono dileguati. La loro presenza è rara e quando sono presenti ostentano abiti alla moda, gioielli e si fingono felici e offendono anche qualche dipendente di proposito, ironizzano sul suo conto . Il loro sguardo altero ancora trapassa, il loro atteggiamento è ancora quello di capo. Perseguitano i dipendenti rimasti, distruggono la poca fiducia rimasta in loro. in certi contesti si fingono generosi. Spesso hanno subito un declassamento proprio per la loro superbia  e debolezza. L’indulgenza nei loro confronti non serve. Le persone responsabili non abbandonato il lavoro per molto tempo e non sono arroganti. Il tempo infinito ogni tanto da ragione alla onestà di carattere, di intenti.

 

Ester Eroli

 

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