Il mondo è cambiato, appare trasfigurato, appare però sempre meno saggio. Talvolta siamo presi dalla nostalgia del passato quando tutto era più semplice. All’apparenza di cerca di farsi vedere sempre lievi e luminosi, felici e allegri, si viaggia per fuggire dal presente soffocante e grigio. Si viaggia per inseguire un sogno mancato di indipendenza. La nostra libertà finisce quando comincia la crudeltà degli altri.
Spesso sentiamo la necessità di parlare con qualcuno, allora ci costringiamo a fermarsi ma gli altri non ci sentono, non leggono le nostre lettere, i nostri messaggi. Ognuno va per la sua strada, ognuno con il suo modo di affrontare il mondo, i problemi. Tutti tentano solo una realizzazione personale che spesso tarda a venire. Si fa uno sforzo per conversare con gli altri ma non si ottiene nulla. Spesso siamo stanchi di bussare alle porte, di insistere. Allora facciamo credere agli altri e a noi stessi che tutto va bene dando un significato alle cose che non ne hanno.
Il male della nostra società è che nessuno si mette nei panni dell’altro. Fa comodo pensare che tutti siano come noi e adottino gli stessi parametri di giudizio. Ognuno ha il suo universo, il suo destino. Bisogna comprendere le scelte dell’altro, comprendere i motivi che stanno dietro certi comportamenti strani, che magari poco garbano.
Una collega che porta le scarpe basse sempre viene bruscamente considerata sciatta, poco elegante la si accusa di portare le scarpe da paraplegica, viene usata proprio questa espressione. Si ignora che quella persona porta le scarpe senza tacco in seguito magari a un incidente, una operazione, una allergia. Si gioca sulla pelle degli altri. Tutte le cose insolite sono additate. Se uno porta un berretto di lana magari in primavera avrà sicuramente i suoi buoni motivi e non serve criticare e cosa peggiore insultare.
Ester Eroli