Mondo giovanile

Mondo giovanileL’universo giovanile è in continua evoluzione, ci appare come un magma incandescente, difficile da definire. Non si possono fissare i contorni di questo mondo. I giovani appaiono presi da mille impegni, alcuni sembrano dei veri trascinatori, altri sono fermamente convinti di poter dirigere da soli il corso dell’esistenza. Apparentemente decisi, nella vita pratica, davanti alle difficoltà del quotidiano si rivelano fragili. I segnali di autonomia di questo universo vengono vanificati da una vita votata alla precarietà. Molti giovani vivono in gruppo in case fatiscenti vicino ai centri universitari, popolano insensati pieni di alcol le notti nei pub, cambiano continuamente partner mostrando una notevole irrequietezza sentimentale, affrontano viaggi estremi al limite della sopravvivenza. I loro sogni non si concretizzano in azioni, in progetti di vita futura. Spesso sono sogni di successo e di grandezza per imitare i vip, i personaggi dello spettacolo e della televisione. Molti si concentrano sulla realizzazione artistica ma in modo discontinuo, frammentario, con lo sguardo perso nel vuoto, con una indecisione di fondo. I giovani sembrano non sapere cosa vogliono e la realtà cruda non li aiuta. Uno dei protagonisti del romanzo di Mattia Signorini “Lontano da ogni cosa” è un geniale pittore che però non sfrutta pienamente la sua vena artistica, si blocca, si riprende, ottiene dei successi, abbondona, riprende, si allontana, in un andirivieni nevrotico senza sosta. Inoltre cambia continuamente abitazione, ragazza, come se non si trovasse bene in ogni luogo e non si trovasse in sintonia con nessuno in particolare. Alberto sfugge ai luoghi, alle persone, alle responsabilità per appartarsi in un mondo tutto suo fatto di labili conquiste e tenui progressi. Alberto impone talvolta la sua presenza in modo massiccio e poi scappa. Nei suoi occhi c’è la noia e il disincanto. La musica ad alto volume, l’alcol sono i suoi passatempi preferiti, come se non si potesse vivere senza rumori di sottofondo. Il suo interesse per le cose è superficiale, finto. Appare sempre distante come appartenente a un altro pianeta. L’insofferenza si manifesta di continuo ma non si tramuta in iniziativa, in cambiamento. Nel suo mondo universitario nessuno conosce il suo vero ruolo, ognuno vive nella fretta e nella continua inadeguatezza, come se si sentisse separato da tutto e da tutti. L’incomunicabilità caratterizza i rapporti umani, mai approfonditi. Ognuno si sente incompreso ma poi si comporta da egoista. L’instabilità genera poi disorganizzazione. I giovani appaiono disadattati, incapaci di affermarsi, agiscono senza convinzione. L’unica preoccupazione rimane quella di frequentare feste, concerti chiassosi e bere birra, o magari fumarsi una sigaretta. Alcuni si accontentano di lavori saltuari, di routine, solo per passare il tempo e guadagnarsi i soldi per i viaggi all’estero. Il loro atteggiamento indifferente compare anche nelle relazioni amorose, dove la gelosia non compare, dove i sentimenti sono misurati con il contagocce come fossero liquori preziosi da non sciupare. Il rapporto con gli amici stessi è contraddittorio, sfasato. Ci si allontana senza dare spiegazioni, senza una parola. Il vagabondaggio giovanile approda nel regno del disordine fisico e mentale. I giovani vestono trasandato, hanno le idee confuse, non provano sentimenti forti Sembrano eternamente stanchi, privi di energia, non sentono il bisogno di attingere agli altri per andare avanti. Le loro personalità si dissolvono nell’impatto con la realtà che non offre regali, che sembra svuotata di significato . Qualche volta si concentrano a fare esperienze che poi non portano a termine. Sembrano incapaci di reagire in modo netto agli stimoli esterni. La società insensibile ed edonistica ha prodotto questi soggetti lontani da ogni cosa. L’autore del romanzo ha ottenuto un notevole successo di pubblico e di critica. Con un altro romanzo ha vinto il premio letterario Tropea 2010 e ha anche fondato una scuola di scrittura creativa.

 

Ester Eroli

 

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