Il Natale è alle porte

Il Natale è alle porteSiamo ormai prossimo a una delle festività più importanti dell’anno. Un tempo eravamo impazienti nell’attesa. Il natale ci riempiva la vita. Negli anni passati le vetrine dei negozi e dei centri commerciali erano già addobbati a partire dal primo novembre, forse troppo in anticipo, ma le ragioni commerciali prevalgono sul buon senso. Tutto sommato per i credenti era abbastanza stomachevole tanta ostentazione del lusso. I credenti accettano in minima parte la commercializzazione di un evento religioso che viene sponsorizzato dalle reclame come un prodotto dal nome importante . Un credente davanti a tanto scempio sentiva la sua intimità, la sua anima violata. Si sentiva lontano anni luce dalla realtà, sentiva un senso di vuoto totale. Ora la crisi ha ridimensionato tutto. Dobbiamo cercare di metabolizzare il problema crisi. Spesso però non si è lungimiranti e si finisce per aggravare il quadro già fosco, con futili pretesti. Tutti i giornali hanno parlato di un provvedimento del comune di Roma di ridurre drasticamente il numero delle bancarelle nello storico mercatino di Natale di piazza Navona, luogo amato soprattutto dai bambini per la presenza di giostre e befane. Mercatino che ormai è entrato a far parte della tradizione e che viene apprezzato anche dai credenti. Verrebbero tagliati circa 43 banchi di ambulanti sul totale. Le ragioni sono quelle di decoro urbano. In questo modo il mercato verrebbe fortemente ridimensionato fino a contare poco. Se si accetta questa soluzione l’anima del commercio subirebbe un duro colpo. Per gli ambulanti ci sarebbero pochi guadagni, un vero disastro, nessuna garanzia . I visitatori, i turisti sarebbero di meno. I bambini non impazzirebbero più di gioia. Chi vorrebbe visitare un mercatino natalizio ridotto all’essenziale, incompleto ?. I commercianti sono andati in trattativa, hanno minacciato ricorsi al tar. Il comune rimane ancorato alla sua ossessione, al suo concetto di decoro. Secondo l’amministrazione il mercato attirerebbe nello stesso modo. Dobbiamo tutti rendere conto al concetto famoso di decoro, tanto caro agli urbanisti del passato. Nessuno ha notato la sporcizia di villa Borghese che non ha nulla di decoroso, nessuno ha notato le strade dei principali quartieri di Roma piene di escrementi di cani che nessuno raccoglie, tranne qualche volenteroso. Nessuno ha notato le metropolitane sporche e piene, dove l’aria è irrespirabile o le periferie colme di spazzatura e degrado. Nessuno nota le scritte sui muri, sulle saracinesche stesse dei negozi. Il corrodersi dei rapporti umani, la crisi ci prospettano un natale magro. Non c’è più spazio nemmeno per i sogni. Ci uccidono persino le cose che stimolavano la nostra immaginazione. Camminare a piazza Navona, ammesso che sia il caso, sarà indubbiamente più triste. Quello che non ci toglie la crisi c’è lo toglie la contorta mente umana.

 

Ester Eroli

 

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