Natale nuovo, mentalità vecchia

Natale nuovo, mentalità vecchiaCome si vede anche questo Natale è passato, forse sottotono, complice la crisi, o complice l’assenza di valori e sentimenti. Un rituale che si ripete ogni anno a cominciare dalla pubblicità dello spumante e del pandoro ricoperto di zucchero a velo che fa venire l’acquolina in bocca solo a guardarlo. Gli stessi auguri fatti a denti stretti dei superbi e dirigenti di turno, di nemici e parenti falsi. Le stesse strette di mano fatte con indifferenza pensando a altro, gli stessi regali con la carta oro e il fiocco rosso, le stesse strade affollate di turisti, le stesse comitive di giovani in cerca di sballo e di novità, le stesse coppie sedute al tavolo di un ristorante davanti all’albero addobbato di stelle filanti. Ci sono bambini che non sanno nemmeno cosa significa l’albero, la tradizione della befana. Resta solo un sano egoismo che rimane inalterato nel tempo, crisi permettendo. Si parla solo di vacanze sulla neve, di giro del mondo, di crociere, di notti in discoteca, di balli a mezzanotte. Tutti viaggiano e chi non lo fa per ragioni di tempo e di denaro, finge di essere partito. Si dicono bugie per non essere da meno degli altri, per non essere presi per pigri e per dei poveracci. Tutti raccontano di aver visto isole bellissime, capitali europee, atolli caraibici. Alla fine tutto resta come prima o peggio. La notte del trentuno mentre le auto sfrecciano lucenti, e le ragazze più sofisticate indossano abiti da sera luccicanti di raso, un barbone fa il giro su un autobus da capolinea a capolinea, forse per ripararsi dal freddo, ricoperto di stracci e puzzolente. Nessuno lo vede, lo stesso autista resta indifferente, non cerca di fare una segnalazione, la gente scende frettolosa piene le mani di panettoni. Chi può permettersi una vita nel lusso non pensa certo alla gente che vive di stenti. La povertà è uno smacco che costringe a fingere, a guardare per terra o un punto lontano. Nessuno può e vuole fare niente. Nessuno ci vuole rimettere di tasca propria neppure dieci centesimi e poi spende un patrimonio per una sola notte in un locale. Sui giornali si legge che i vip famosi sono andati in Giamaica, in Brasile a godersi le spiagge e il sole. La loro vita desta l’invidia della gente che fugge davanti alla nera povertà. Il natale viene per ripresentare lo stesso scenario di sempre. Immagine di una recita teatrale più volte ripetuta, trita e ritrita, imparata a memoria e priva di morale. Il finale è sempre quel barbone che dorme sulle panchine della stazione e che nessuno rimuove. Chi è disoccupato continua ad esserlo nonostante le luci accese e le candele sulle tavole. Le novità natalizie sono solo i viaggi dei potenti e dei vip che rianimano lo spirito del natale ma che non ci fanno sentire a casa, anzi sempre più lontano con la voglia di fuggire altrove. Allora per ammazzare il tempo paghiamo il gelato a un senza fissa dimora e gli diamo dei soldi per comprarsi un pasto caldo. Troppo poco per un Natale che volevamo nuovo a animato dallo spirito di fratellanza.

Ester Eroli

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