Omaggio a San Patrizio

Omaggio a San PatrizioChi di noi italiani non ha mai sentito nominare almeno una volta nella vita il pozzo di San Partizio? Penso tutti.

Così, visto che la ricorrenza della festa di Ognissanti, ormai, in quanto a notorietà, sia in Italia che nel resto mondo cristiano, sta per essere soppiantata dalla pagana Halloween, mi è venuto in mente, in palese ironica e un po’ polemica contrapposizione, di recare un piccolo omaggio proprio a colui che portò la religione cattolica nella originaria terra delle streghe: San Patrizio, il santo cattolico più nordico che si conosca!

Maewyn Succat, questo è il nome originale, nacque in Scozia nel 387 da famiglia patrizia romana. E’ venerato dalla Chiesa cattolica come apostolo e come santo patrono dell’Irlanda, anche se la sua figura sacra è tenuta in degna considerazione anche nelle dirimpettaie Scozia e Inghilterra.

E’ considerato italiano non solo per l’incrollabile fede cattolica ma anche per il lungo pellegrinaggio che, all’età di 50 anni, effettuò per recarsi a Roma ad omaggiare il papa Celestino I. La sua fulgida fede convinse il sommo pontefice a conferirgli l’incarico di evangelizzare tutto l’arcipelago britannico.

Maewyn che, già da fanciullo aveva dimostrato fede precoce e notevole intelligenza, all’età di 16 anni fu rapito da pirati irlandesi che lo tennero in stato di schiavitù per sei anni. Quella triste esperienza però, gli diede modo di conoscere a fondo i costumi, gli stati d’animo e la mentalità di quella popolazione selvaggia ma anch’essa bisognosa di spiritualità. Quando riuscì a fuggire aveva appreso, oltre alla lingua gaelica, ogni segreto di quel popolo che in cuor suo aveva già deciso di convertire dal loro vuoto credo pagano.

Una volta consacrato vescovo in Gallia fu finalmente destinato, per suo espresso desiderio, ad espletare il suo incarico pastorale in Irlanda dove riuscì, in pochi anni, a trasformare una nazione interamente pagana in totalmente cattolica. Il successo fu dovuto alla sua capacità di unire in forma sincretica simboli e concetti dei due credo in una forma di facile accezione per tutti. La sua loquela affascinava e attanagliava la gente di ogni rango e dignità con considerazioni di ordine pratico arricchite da dettami religiosi. A lui si deve, inoltre, l’introduzione dell’emblema della croce solare apposto sulla croce latina, col risultato finale della celebre croce celtica divenuto simbolo di tutta la cristianità del nord Europa.

Al ritorno dal suo pellegrinaggio a Roma, si stabilì in Irlanda dove continuò il suo mandato fino alla venerabile età di 91 anni, un’età impressionante per quei tempi se si considera che l’età media arrivava intorno ai 45 anni (come se oggi fosse vissuto 150 anni). Secondo la tradizione irlandese, nella propria isola non esistono più serpenti da quando San Patrick li cacciò in mare allo scopo allegorico di eliminare ogni impurità e veleno da quel territorio. La montagna in cui il santo meditò per quaranta giorni prima della sua performance erpetologica è divenuta sacra.

In Italia, come dicevo in apertura dell’articolo, a San Patrizio è stato dedicato nel XVI° secolo un pozzo situato nella città di Orvieto, una sontuosa opera d’arte ingegneristica di Antonio da Sangallo( lo stesso che edificò ad es. lo splendido Palazzo Franese di Roma), cui è legata una singolare leggenda, quella di essere senza fondo, cioè inesauribile. Ciò è dovuto più che a un miracolo, al fatto che la falda freatica del pozzo è collegata al fiume Nera e, per il principio dei vasi comunicanti, la sua disponibilità idrica è perenne.

Omaggio a San Patrizio 2

La leggendaria figura di questo santo è presente anche nell’emblema nazionale irlandese che lo raffigura mentre tiene in mano un trifoglio (ora simbolo dell’Irlanda) con cui si servì per far meglio comprendere il concetto cristiano della Trinità.

Il 17 marzo, data della sua dipartita, è San Patrizio ovunque. In Irlanda è festa nazionale così come in tutte le comunità irlandesi sparse per il mondo, si festeggia con processioni, sfilate di maschere, canti, balli e gl’immancabili fiumi di birra.

 

Adriano Zara

 

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