Piccole ninfe crescono. Il burlesque non è un gioco da ragazzi(ne)

Piccole ninfe crescono. Il burlesque non è un gioco da ragazzi(ne)E’ fashionable.  E’ glamour.  L’intrattenimento erotico è disponibile per tutti nell’era di internet.  Più o meno bello.  Più o meno di cattivo gusto.  Purtroppo, più o meno legale.  Infatti questo settore dell’intrattenimento può facilmente sfociare nell’illegalità quando le entreneuses, le muse, le ninfette, sono minorenni.

E sono lontani gli anni ’70, quando Eva Ionesco, allora bambina, veniva fotografata nuda dalla madre facendo la sua fortuna.  Quelli sono racconti di infanzia rubata, strappata, stralci di vita personale finiti casualmente sotto i riflettori.

Oggi invece la nudità acerba viaggia nell’etere, favorita dai cellulari di nuova generazione, dai palmari e dalla rete, che permettono alle foto di fare il giro del mondo in ottanta secondi (anche meno).

Nella maggior parte dei casi sono le ragazzine stesse che danno il via a questo scambio di foto e video, inizialmente con qualche persona conosciuta in internet.  Ma la condivisione dei file oggi è veloce, e così le “modelle” conquistano subito un giro più largo di aficionados.  E le foto viaggiano da computer a computer, da cellulare a cellulare, fin quando non finiscono nelle mani sbagliate, provocando umiliazione e degrado morale nel migliore dei casi, o la persecuzione di qualche maniaco nel peggiore.Piccole ninfe crescono. Il burlesque non è un gioco da ragazzi(ne) 2

Ma cos’è che fa scattare la voglia di diventare una “bimbo-pornostar”?  I fattori scatenanti sono essenzialmente due:

  • la voglia di apparire grandi, belle, perfette e sicure di sé a tutti i costi (sulla scia di tanti modelli femminili sbagliati veicolati dai mass media);
  • la voglia di ottenere denaro facile: infatti queste ragazzine spesso accettano di inviare foto o video tramite MMS in cambio di ricariche telefoniche più o meno cospicue.

Nulla togliendo al libero arbitrio e alla libera sessualità, lasciamo che protagoniste di questi episodi non siano ragazzine pre-adolescenti, bensì donne adulte e DAVVERO coscienti della propria sessualità.

 

Monica Pagliaro

 

 

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