Processi di rielaborazione del lutto

Processi di rielaborazione del luttoSin da piccoli siamo stati abituati ad avere, più o meno, contatti con la sfera del lutto e con la conseguente necessità di rimuoverlo in termini psicologici. Ci sono genitori che evitano ai figli il contatto con il lutto, con la morte ma questo non risolve il problema, serve solo a ritardare di qualche anno la sua comprensione. In alcuni casi l’impatto potrebbe essere più traumatico di quanto si pensi. I lutti traumatici sono quelli più profondi, più ricchi di risvolti psicologici perché si tratta sempre della perdita improvvisa, totale di una persona, di un animale con cui si era instaurato un rapporto intenso di tipo affettivo. Il sentimento di dolore per la perdita pervade tutta l’anima, che si intristisce, diventa mesta. La rielaborazione emotiva del lutto diventa prioritaria, fondamentale, perché il lutto può cambiare lo stile di vita, può incidere drammaticamente sul carattere, sulla psiche che diventa fragile. Il periodo di elaborazione del lutto è variabile, dipende dal soggetto coinvolto. In casi di incidenti stradali, di suicidi si può arrivare ad avere un malessere simile a una malattia, nella sua fase acuta. In passato le convenzioni sociali impedivano al soggetto in lutto di frequentare balli, feste, ricevimenti e lo obbligavano ad indossare abiti neri o scuri. Le donne portavano il velo e le calze nere, gli abiti neri, gli uomini la cravatta nera e il bottone sulla giacca. Tutto questo per mostrare agli altri il proprio disagio per la perdita di un familiare. Anche oggi si usano vari simboli anche a livello di comunità per esprimere il cordoglio, ma restano appunto relegati al ruolo di simboli. Spesso quando viene proclamato il lutto cittadino si chiudono anche le scuole in segno di rispetto. Nel privato occorre invece fare l’esatto contrario. Se ci si vuole salvare occorre per forza immergersi nella realtà, tenersi occupati. La persona colpita dal lutto deve per forza, per divagarsi, per distogliere il pensiero, impegnarsi seriamente nella vita reale. Solo tenendosi occupati ci si allontana dal rovello. La cosa migliore sarebbe quella di condividere la nostra attività insieme ad altri. Il calore umano non può farci che bene.

 

Ester Eroli

 

Elaborare il lutto (riflessione di Antonio Morelli)

 

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