Ogni consumatore si perde nella giungla dei vari prodotti esposti nei supermarket. Ci sono prodotti di marca, sottomarche, prodotti sottovuoto, surgelati, ecc. Il consumatore è sempre assalito da un lieve senso di smarrimento quando è costretto a scegliere, ad esempio fra sogliole surgelate e prodotto fresco. Il consumatore finale dovrebbe avere nelle sue mani un potere consapevole, una volontà irremovibile di scegliere solo prodotti genuini, sani. Spesso invece ognuno si lascia sedurre da alcune marche, si lascia deliziare da alcuni prodotti di cui ignora la effettiva provenienza. Alcuni prodotti che sono penetrati nel mercato racchiudono conservanti, coloranti che fanno gelare il sangue. Istintivamente si sceglie sempre le cose che piacciono di più senza badare a spese, senza andare troppo per il sottile. Ci si inchina talvolta al nuovo prodotto se è ben confezionato e ben pubblicizzato. Intimamente però ogni persona vorrebbe solo prodotti genuini. Allora quando una famiglia va in campagna, da amici, per una scampagnata, nella seconda casa arde di gioia perché nutre la segreta speranza di comprare qualche prodotto o ingrediente sano magari dai coltivatori e allevatori della zona. Nella quiete della campagna si cerca un prodotto perfetto, puro, non lavorato a livello industriale capace di risvegliare l’appetito, di mandare in estasi i sensi ormai sopiti da prodotti insipidi e scialbi. Si cercano formaggi stagionati dal sapore autentico, miele e frutta odorosi, uva, legumi, noci, uova fresche, polli, tacchini, carne di manzo. Senza dare nell’occhio per paura di famiglie concorrenti si cerca in modo solitario verdura di stagione, conigli, frutta secca, farina, patate, vino, olio, prosciutto, guanciale . Si comprano a prezzi esorbitanti prodotti definiti dal venditore stesso super genuini. Lui guarda con occhi sicuri e apparentemente sinceri tali da fugare ogni dubbio. Tutti sono disposti a credere alla verità di certe affermazioni. Si torna a casa lieti, sicuri che questo commercio di prodotti durerà in eterno e ci garantirà di mettere in tavola prodotti di una volta. Con il tempo si scopre che i prodotti acquistati sono come gli altri, anzi peggio, i formaggi sembrano pezzi di plastica, il prosciutto si deteriora facilmente, la frutta ha il sapore dei pesticidi. Insomma niente è come l’abbiamo immaginato. Persino i conigli rivelano a una attenta analisi di essere stati cresciuti con mangimi anche di scarsa qualità. Molti prodotti hanno solo il marchio doc, ma sono peggio degli altri, vengono abilmente confezionati proprio per trarre in inganno. Molti allevatori per ingannare i compratori riempiono le stalle di animali presi in prestito da colleghi per far vedere che allevano personalmente il bestiame. Scopriamo che il formaggio spacciato per parmigiano è solo grana, che i frullati di frutta sono solo dei surrogati fatti con liquore industriale che non hanno nessuna traccia di frutta fresca. Ci rendiamo conto di essere stati ingannati più volte e che il prezzo non corrisponde alla qualità. Quando torniamo al paese vediamo i venditori guardarci ironici, quasi con scherno, con un malvagio senso di trionfo. Accigliati ci rendiamo conto di essere vittime di un bluff. Persino i nostri paesani di ingannano, ci rivendono biscotti sfornati molto tempo prima spacciandoli per appena fatti. Sentiamo in bocca il sapore di stantio. L’olio ci appare allungato con l’acqua, le etichette dei vini che mentono sulla gradazione alcolica. Allora ci si mozza il respiro. Tremanti ci rendiamo conto che non possiamo più fidarci di nessuno. L’unica soluzione sensata rimane quella di farsi possibilmente tutto da soli. C’è infatti un nutrito numero di persone che il pane, la mozzarella, lo yogurt, la maionese, i biscotti , la salsa di pomodoro, i sottaceti, ecc li fanno in casa senza problemi. Si dice che necessità fa virtù.
Ester Eroli