Senza alcuna pretesa di essere un gran cuoco e tantomeno un esperto di cucina, ha redatto il suo 48° libro tra i fornelli, mettendo a frutto l’ esperienza maturata da buon quarantenne, nel periodo in cui scelse di vivere da solo. In quei tre anni, stanco di nutrirsi di panini e di frequentare rosticcerie e ristoranti, decise di cimentarsi nell’arte più necessaria e gradita al genere umano. Da allora fino ai giorni d’oggi non ha più smesso, evidentemente la cosa gli è piaciuta o non gli è mai pesata, visto che ha cercato continuamente di migliorare la propria tecnica, modificando piatti e inventandone diversi di sana pianta.
Per i 58 piatti descritti, tra antipasti, primi, secondi, contorni e dessert, si è divertito ad utilizzare una cucina semplice, non sofisticata e quindi alla portata, è il casi di dirlo, di tutti. Si notano alcune fisime personali, quali l’uso del grana padano, della pasta d’acciughe e dei capperi, ma lui si è trovato bene così, specie considerando il gradimento della famiglia, degli amici e degli ospiti che spesso lo hanno esortato ad aprire un ristorante.
Adriano Zara