Referenze

ReferenzeUn tempo le assunzioni di una persona seguivano uno specifico e complicato rituale. Il lavoro stesso di domestica nei palazzi signorili, nei quartieri residenziali  doveva seguire una lunga selezione formale. In questo caso erano fondamentali le referenze della famiglia precedente in cui aveva prestato servizio la giovane, come erano utili le informazioni sulla vita privata  e in mancanza di queste si ricorreva ad altri stratagemmi e a un lungo periodo di prova. Le domestiche erano valutate anche dall’occhio acuto e penetrante della padrona di casa e dovevano portare sempre la divisa durante il giorno. La selezione avveniva anche se si rispondeva a un semplice annuncio sul giornale.  Le domestiche infedeli venivano licenziate senza atti di rabbia, ma con voce pacata. Bisognava lottare per mantenere il posto fisso.   Per entrare poi negli uffici privati di qualsiasi tipo era necessario possedere certi requisiti, avere un curriculum degno puntualmente controllato, avere un buon carattere, avere conoscenze specifiche nel ramo in questione. Per entrare nelle forze dell’ordine si facevano accurate indagini sulla famiglia, che doveva essere senza macchia. Ora i tempi sono profondamente cambiati ma ci procurano un vivo senso di inquietudine. Scopriamo che il pilota che ha schiantato da solo l’aereo sulle montagne era affetto da una grave sindrome depressiva, che uno dei terroristi dell’attentato recente alla capitale del Belgio era stato uno stagista al parlamento europeo. Con quale criterio era stato scelto?. Erano stati effettuati veramente tutti i controlli? E allora se i controlli erano stati fatti con cura perché è stato preso?. Magari una persona istruita, perbene, nonostante le domande, non viene accolta, viene eliminata senza discutere, senza dire i motivi, senza dargli una seconda chance. Scopriamo con una punta di amarezza che a gestire note sale gioco sono ex detenuti con molti precedenti penali. Tutto ciò non è consolante, ci rammenta che siamo in pericolo. Questo lassismo ci consegna in mani sbagliate. Scopriamo guidatori di autobus con il passato di alcolisti, maestre affette da sindromi depressive. Queste persone meritano il rinserimento sociale ma non a scapito degli altri cittadini, si mettono in posti dove non sono in condizioni di nuocere. In certi enti si assume sulla fiducia, dietro segnalazioni, senza fare alcuna verifica, senza chiedere garanzie, accontentandosi di un breve percorso del soggetto . Senza sapere che l’indole, il carattere restano immutati. Allora scopriamo negli uffici piromani che si divertono a incendiare cestini della spazzatura, o ladri professionisti che si nascondono dietro il perfetto ruolo di impiegati e intanto derubano, all’occasione, i colleghi. Molti dirigenti nelle selezioni si lasciano sedurre dal fascino, dal sorriso cordiale, seguono solo l’istinto senza verificare sul campo Le persone dovrebbero essere messe alla prova a fondo, si dovrebbero fare indagini anche informali specie per mansioni specialistiche di rilievo. Invece ci si affida al caso  e ci ritroviamo individuo strani anche nella polizia. Sono avvenuti spesso strani fatti anche fra le forze dell’ordine. Casi di sottrazione di droga sequestrata da parte di poliziotti all’apparenza modello. Ci vorrebbe una lunga analisi dei soggetti se si vuole essere sicuri del risultato ottenuto. Occorre sempre individuare un piano efficace per la selezione del personale. Invece ci ritroviamo alla posta a fare i conti con la solita impiegata scorretta e scontrosa con tutti. Si dovrebbe fare un elenco delle figure professionali che servono e fare accurate selezioni con analisi anche di tipo psicologico. I mestieri a rischio dovrebbero avere più controllo. Invece in ogni settore accade la stessa cosa, assunzioni blande, fatte velocemente,  senza trattative. I cittadini sono i primi a subire le conseguenze, con autisti dei mezzi pubblici che guidano male e velocemente anche in pieno centro storico. Certo non esiste un criterio unico ma  bisogna per forza essere più precisi. Invece si assumono i raccomandati, anche se disturbati mentalmente, che in virtù della segnalazione, si sentono protetti e quindi fanno quello che vogliono senza scrupoli. Gli altri sono tagliati fuori, maltrattati, costretti ad andare all’estero. Il senso di responsabilità ci dovrebbe spingere verso comportamenti più concreti. L’individuo, anche il meno dotato di senso di realismo, sa che in certi luoghi ci vuole gente fidata.

 

Ester Eroli

 

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