Ricomprare

ricomprare

In tempi di crisi assistiamo impotenti a tutta una serie di comportamenti scorretti e fuori delle regole. Si scoprono realtà sconosciute, pianeti inesplorati, abitudini particolari. La crisi ha dato spazio all’egoismo, alla individualità esasperata, alla esibizione della disumanità più trita. La crisi ha portato una ventata di egoismo in più ignara delle conseguenze. Le persone sensibili e oneste assistono distaccati a  certi comportamenti strani.

Spesso in alcuni contesti come luoghi di lavoro, palestre, negozi si assiste a un fenomeno nuovo e inquietante. Persone perbene apparentemente, autorevoli che cercano di vendere della merce agli altri sottocosto, a buon mercato. Merce di pregio, di marca che viene venduta a poco con delle scuse. Si finge di essersi sbagliati nel numero  a comprare un paio di scarpe e si tenta di rivenderlo  a basso prezzo rispetto a quello di mercato. Si cerca di convincere gli altri della propria buona fede.

Spesso si tratta di profumi, fazzoletti, pentole, asciugami, fulard  giacche e calzini. E’ ormai prassi consolidata di comprare questi oggetti senza alcuno scrupolo, senza farsi domande, attratti solo dal prezzo stracciato. In verità si ricompra solo merce rubata. La gente però chiude gli occhi e si adatta a tutto. Molti, dato che questo gioco dura per anni, hanno riconosciuto i propri oggetti smarriti o rubati con uno scippo. E’ probabile che il nostro amico/a intrattenga rapporti con persone malavitose e che non sia per sua parte in totale buona fede, ma bensì colpevole. Il gioco di ricomprare diventa una passione, ci si interessa solo ad oggetti sottocosto. In questo modo si può andare in giro con misteriosi occhiali scuri firmati di valore, con abiti che ci producono classe e carisma. Con l’amico del cuore che si occupa della rivendita si crea un rapporto di simpatia e complicità, un sorta di legame speciale. Razionalmente si dovrebbe rifiutare tale mercificazione ma ormai la miseria dilagante ha frantumato ogni remora. Certi comportamenti illeciti non generano più angoscia. Impossessarsi di oggetti firmati nasconde l’intento di farsi notare e additare come una persona benestante.

Le persone che hanno perduto gli oggetti e li riconoscono restano allibiti. Intanto gli spregiudicati fanno affari e rivendono ogni cosa con faccia tosta senza pudore e poi con il ricavato si danno alla bella vita, frequentano concerti, discoteche, crociere. Spesso la rivendita frutta ottima guadagni.

Non importa se si è venduta la coscienza. L’ideale sarebbe, una volta scoperto il gioco e capito il meccanismo, non ricomprare questi oggetti offerti con il sorriso sulle labbra.

 

Ester Eroli

 

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