Ci sono cittadine italiane che conservano inalterati i ricordi gloriosi del nostro risorgimento, pagine di storia autentica, pagine dove l’Italia ha brillato e che servono a consolarci in questo periodo buio, dove, nonostante le apparenze, l’Italia, soprattutto a livello internazionale, non fa una bellissima figura. Pensiamo solo ai numerosi marchi italianissimi che sono finiti in mano straniera. A Milazzo, comune siciliano densamente popolato, a soli trenta km da Messina, fondato dai greci, troviamo molte testimonianze del risorgimento. Al centro dell’attenzione è il duomo, situato nel comprensorio della città fortificata, dedicato a santo Stefano, realizzato probabilmente da un allievo di Michelangelo, nel seicento, a tre navate. Secondo la storia riportata da numerose testimonianze scritte sulla scalinata del duomo si sedette Garibaldi in persona, spossato e stanco a mangiare pane e cipolle. Infatti proprio in questo comune si svolse il 20 luglio 1860 la battaglia fra garibaldini e forze borboniche. Inoltre secondo un altro racconto un colpo di cannone sparato, durante la battaglia, dalle truppe borboniche dalle colline del castello di Milazzo si infranse sul muro sinistro della chiesa di san Francesco di Paola che rimase miracolosamente illesa. La palla rimase incastonata nel muro e a testimonianza dell’evento è stata collocata una lapide. Notizie sulla città si possono trovare a palazzo D’Amico, di recente restaurato, sede della biblioteca comunale e dell’archivio. La biblioteca racchiude molti libri antiche d’epoca oltre che moderni e cimeli risorgimentali come il letto e lo scrittoio usato da Garibaldi, a cui è stato dedicato il lungomare, nel suo soggiorno nella zona. Nel palazzo si trova anche un ritratto dell’eroe risorgimentale più famoso.
Ester Eroli