A 720 metri di altezza, nella sua punta più alta, immerso nel verde delle colline, vicino al fiume Sacco, a soli 75 dal mare Tirreno, in una zona di castagni sui monti prenestini, nel fresco dei boschi sorge l’accogliente borgo di san Vito Romano, un paese a dimensione umana, ricco di sorgenti Tutta la campagna è disseminata di sorgenti, anche antiche. Si divide in tre sezioni: la zona antica che risale al mille, la zona centrale che risale al settecento, la zona nuova con una urbanistica sostanzialmente moderna. Le case sono addossate sulla roccia seguendo la dorsale delle colline. Il gonfalone del paese mostra san Vito con una palma che ha la bibbia sulla sinistra e porta una croce nella mano destra. La storia del paese si può ricavare dai numerosi documenti storici (atti notarili, testamenti ecc) presenti nella biblioteca, che sono una fonte di informazioni. Il castrum di san Vito era stato creato da romani ma poi venduto nell’anno mille ai Colonna, poi era stata la volta della ricca famiglia dei Di Massimo e poi dei Theodoli a partire dal 1765. A testimonianza del dominio della casata dei marchesi troviamo palazzo Theodoli. Il castello a forma di nave. Il vescovo della famiglia, oltre ad altri suoi componenti come Marco e Mario ristrutturarono nel seicento il paese realizzando il convento delle carmelitane oggi sede del municipio, e la chiesa ottagonale di san Rocco che racchiude lo stemma della famiglia Tteodoli e quella imparentata dei Sacchetti e ha nel soffitto un enorme medaglione di pregio. Al suo interno troviamo nel reliquario a sinistra dell’ingresso parte della croce di Cristo recuperata da una donna della famiglia Sacchetti. La famiglia contribuì anche all’arricchimento artistico delle chiese di san Vito, dedicato al santo martirizzato sotto Diocleziano, e di san Biagio, situato quest’ultimo nella parte medievali, primo nucleo abitativo caratterizzato da due porte costruite per difesa. Dopo fu potente nel borgo la famiglia di Baccelli, ricchi banchieri di origini fiorentine. In particolare Guido Baccelli fu senatore, medico, politico nazionale, presidente del consiglio superiore di sanità. La famiglia costruì ville, comprò terre, e restaurò la chiesa di san Biagio che racchiude per questo al suo interno lo stemma della famiglia. Poi si affermò la famiglia dei Castellini, costituita da notai, medici, avvocati. La zona è ricca di chiese come san Sebastiano, il complesso delle suore del Preziosissimo sangue, il santuario della madonna di Compigliano, la chiesa di santa maria in Arce, ed è centro di formazione di sacerdoti novizi. Tutte le chiese unite organizzano missioni e pellegrinaggi, infiorate e incontri. Fiore all’occhiello del borgo è la banda musicale di una associazione culturale che ha origini antiche, infatti risale agli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale. Dopo un periodo di riposo la banda è stata ricomposta nel 1977 dal comune. E’ composta da trenta elementi circa quasi tutti giovani, che trattano musica classica e leggera in un ampio repertorio. Il gruppo delle magioret che accompagna la banda è costituito da circa venti elementi per una età compresa dai cinque ai trenta anni ed esiste tale gruppo da venti anni. San Vito per questo è stato gemellato con un paese austriaco dove è forte la tradizione paesana della banda. La banda partecipa a tutte le attività della zona, a tutti gli spettacoli religiosi e non. Si svolgono in paese gratuitamente anche corsi musicali di tipo bandistico per tutto l’anno per avvicinare i giovani alla tradizione che viene tenuta in piedi con forza. Interessante è l’infiorata per la festa di san Vito, le ciambelle all’anice distribuite per la festa di san Biagio, la sagra della birra, della pizza, la festa degli alberi. Importante è anche la statua della vecchina delle favole. I piatti tipici sono quelli della tradizione contadina. Troviamo le tacchie con polpette fatte con acqua e farina, le fettuccine senza uovo con funghi porcini, ravioli con bieta e ricotta della zona, i pomodori con riso e patate, gli involtini al ragù, la piazza gialla di granoturco con broccoletti cotta su pietra con salsicce. I dolci sono soprattutto pasquali semplici e gustosi. Poi troviamo i tozzetti e i ciambellini all’anice, il pampepato. Il vino viene prodotto da alcune aziende vinicole. L’agricoltura, un tempo principale attività, ora è divenuta un hobby del tempo libero. La maggior parte delle persone lavora nella capitale o altrove e fa il pendolare. Una realtà dolorosa è lo spopolamento dei nostri comuni ma anche la loro sopravvivenza solo come dormitori.