Solito veleno

Ogni anno il mistero sacro della Pasqua viene ucciso puntualmente e noi respiriamo la solita aria avvelenata che caratterizza le festività. E’ sempre la solita invenzione, il solito gioco. Per le feste esplode accecante il solito veleno ossia la ostentazione superba, la tracotanza. Tutti si immedesimano nel desiderio insaziabile di divertirsi a ogni costo, di girare il mondo, di comunicare al mondo intero le proprie prodezze, i propri svaghi, i propri viaggi. Una comunicazione intesa si regista sui social dove ci sono milioni di foto condivise, postate, evidenziate, inviate. Una sottolineatura della propria agiatezza, del proprio elevato tenore di vita. In tempi di austerità si vedono fotografie di vacanze pasquali in posti esclusivi, si osservano foto fatte insieme a persone ricche. Si cerca infatti di essere amici solo di gente benestante. A Pasqua si cerca di mostrare, di rappresentare il proprio mondo elegante. Gli ambienti poveri, le persone comuni non vengono considerati. Per loro non c’è pietà e comprensione, semmai derisione. Non è possibile non essere mai stati negli Stati Uniti.

Ogni volta ci viene incontro la persona impertinente che ci assilla con i suoi viaggi, con i suoi propositi di viaggi, con l’elenco dei suoi possedimenti tanto per rinfrescarci la memoria anche a Pasqua. Poi si segnalano altri episodi raccapriccianti. Persone senza anima che si aggirano per le chiese a distribuire pane benedetto per i poveri  e i malati, durante la cerimonia del giovedì santo, ostentando gioielli, abiti firmati, occhiali firmati. Donne che si avventurano nella visita dei sepolcri nelle chiese guardando tutti con aria altezzosa, e esibendo abiti e accessori all’ultima moda. Il lusso forse per esorcizzare la paura della morte, per persone già morte dentro, che non hanno ideali, sostanza.  Signore anziane benestanti che guadano tutti con aria feroce di superiorità. Il loro cuore non ha un briciolo di stima  e rispetto per gli altri, per i diversi.

Non c’è affetto, perdono per quelle povere donne che vestono semplicemente, per chi non può permettersi la crociera nel mediterraneo. Solo un voler penetrare, bucare la vita degli altri con la esibizione del proprio lusso più o meno vistoso.

Ogni giorno durante la settimana santa assistiamo alle stesse sacre rappresentazioni, alle stesse falsificazioni velleitarie. La battaglia finale si conclude a colpi di mete turistiche, di valigie firmate da grandi stilisti. Solo alla fine delle festività ci accorgiamo che la tempesta è cessata. Il nostro animo si placa ormai sedato in attesa della prossima vetrina, magari natalizia, dove si ripete puntuale lo stesso identico rituale malsano.

La resurrezione di Cristo è un fatto secondario, dimenticato, una rivoluzione da scordare  magari nel cibo di marca, nel viaggio di tendenza.

Alla Pasqua negli ultimi tempi manca la gioia dello spirito, la felicità del cuore che prescinde dai beni materiali e dai futili trastulli.

 

Ester Eroli

 

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