Sottili barriere

Sottili barriereLe nostre scelte non sono sempre libere, spesso sono condizionate dal contesto in cui avvengono. Ad esempio in ufficio siamo costretti a scegliere per noi abiti sobri, eleganti. Nel romanzo di Milan Kundera l’insostenibile leggerezza dell’essere siamo invitati ad avere comportamenti più leggeri. Non serve, in altre parole, prendere le situazioni complicate di petto con la speranza di poterle risolvere in tempi brevi. Invece ci ostiniamo ad affrontare i problemi con la smania e la rabbia di uomini in gabbia. Dovremo invece sapere che le cose non si risolvono con un tocco di bacchetta magica e che non si può avere tutto e subito come pretendiamo. A complicarci la vita si aggiunge quel modo tutto nostro di costruirci barrire, invisibili, trasparenti, inconsistenti, evanescenti, sottili ma pur sempre barriere. Sono per lo più barrire mentali che ci impediscono ogni giorno di avere una visuale completa, un rapporto concreto con gli altri. Barriere capaci di sgretolarsi al primo soffio di vento ma che noi teniamo in alta considerazione al punto di agire in funzione di loro. Così i pregiudizi tornano a influenzare in modo massiccio i nostri pensieri. Ognuno passa il tempo a erigere mura per difendersi dall’assalto degli altri. Si costruiscono mura difensive, bastioni per combattere a viso aperto l’assalto degli altri, considerati intrusi, odiosi ficcanaso. Spesso esasperati ci chiudiamo nel nostro fortino, ben armati, e da esso spariamo a vista a chi osa solo avvicinarsi. Spesso siamo così prevenuti nei confronti di particolari categorie di persone che ci chiudiamo a riccio evitando volutamente qualsiasi tipo di contatto, anche il più semplice, il più banale. Milioni di scrupoli ronzano nel nostro cervello e quindi sfioriamo le cose positive per noi ma non le raggiungiamo, non cogliamo al volo l’occasione giusta. La vita così ci scorre tra le dita come sabbia di una clessidra, senza un piccolo intervento risolutivo da parte nostra. Continuiamo imperterriti a procedere con i paraocchi e ci vantiamo pure di essere perfetti, intuitivi, sicuri. Così capita che ci perdiamo una ragazza speciale per il solo fatto che l’abbiamo conosciuta in un contesto particolare, magari in uno strano locale, e quindi non la consideriamo. Respingiamo la persona mal vestita che ci importuna per strada, scambiandola per un barbone. Ci allontaniamo dall’insolito, dal particolare per muoverci solo in acque tranquille, possibilmente nel nostro ambiente dove navighiamo sicuri. Solo nel nostro ambiente ci sentiamo protetti, anche se è un ambiente inquinato, malsano attraversato da sottili fili trasparenti che non vediamo tanto siamo ciechi, ma che esistono. Questi fili ci dividono dagli altri ambienti, dalle altre classi sociali, dalle altre nazioni, ma soprattutto ci separano dagli altri. Gli altri possono essere dei nemici temibili ma possono anche fornirci utili spunti per vivere bene.

 

Ester Eroli

 

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