Stessa logica

Stessa logicaA viale Andrassy a Budapest, nel cuore della città, vicino ai negozi, alle piazze principali, in Ungheria, sorge quello che viene comunemente chiamato il museo del terrore. La casa del terrore, facilmente raggiungibile in metropolitana, ci accoglie con il suo nero cornicione e portone. Il palazzo che ospita il museo fu edificato nel lontano 1880, in stile gotico rinascimentale. E’ un palazzo signorile in una via elegante e alberata. Nel cortile ci coglie di sorpresa la presenza di un carro armato di fabbricazione russa. In verità il palazzo era divenuto dal 1937 il quartier generale dei nazisti. Era luogo di tortura, di processi, di esecuzioni di massa, di detenzioni, di prigionia, di deportazione. Era il luogo da cui partivano i rastrellamenti, gli ordini di annientamento degli ebrei. Successivamente dal 1945 al 1956 il palazzo era diventato il quartier generale del comunismo radicale. Sede quindi di celle, di carceri, dei servizi segreti russi e comunisti. All’ingresso del museo troviamo due blocchi di granito uno nero e uno rosso per indicare come i due opposti regimi totalitari siano giunti allo stesso tipo di comportamento, a seguire la stessa logica. Per uno strano caso entrambi i regimi, uno di destra e uno di sinistra, hanno raggiunto gli stessi abissi, sacrificato vittime innocenti. I nazisti nella loro follia hanno perseguitato ebrei, zingari, polacchi i comunisti borghesi, intellettuali con gli stessi risultati, ossia lo sterminio di vittime innocue. Entrambi i regimi hanno adottato la stessa strategia, affini comportamenti autoritari con lo scopo di limitare l’altrui libertà di pensiero. I capi di entrambi gli schieramenti sono divenuti lucidamente avidi e rapaci. Nel museo sui muri troviamo le foto e le liste dei nomi delle persone sacrificate. All’interno ci sono ricostruzioni, filmati, documenti che provano le persecuzioni per un ricordo che non sia solo commemorazione di facciata. Con un musica di sottofondo si possono visitare celle, uffici, prigioni, camere di tortura dove avvenivano gli interrogatori, che duravano persino settimane. Il museo riporta oggetti, lettere, documenti, registri, reliquie delle epoche storiche in questione. A Budapest troviamo anche la più grande sinagoga d’Europa in stile orientale specie al suo interno particolarmente sontuoso. Troviamo dedicato agli ebrei un albero di salice piangente in ferro battuto con riportati fra i rami i nomi delle persone uccise durante le terribili persecuzioni razziali. Ora nella nuova libertà la città ospita chiese serbe, luterane, calviniste nel rispetto delle varie e molteplici confessioni religiose.

 

Ester Eroli

 

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