Strano punto di vista

Strano punto di vistaPrima della crisi economica e della paura degli attentati terroristici, si viveva in una società abbastanza edonistica e dedita al lusso come mostrano certi ricordi nella nostra mente. I giovani per il compleanno andavano pieni di gaiezza a fare un viaggio all’estero anche se non lavoravano, gli anziani facevano gite di piacere quasi ogni settimana con note agenzie di viaggio per la terza età, il natale aveva l’atmosfera di una festa pagana. Forse si pretendeva troppo dalla vita. Si era arrivati a godere della perdita di terreno degli altri senza mai pentirsi, della sconfitta persino dei parenti. La cosa peggiore era la diffusione di uno strano punto di vista. Tutti indistintamente o quasi avevano la convinzione, l’impressione che le persone benestanti conducessero una vita straordinaria, fatta solo di lieti eventi, una vita sopra le righe, elegante, intensa, abile, piena di seduzioni, di ricchezze. Una vita piena di denaro, di rispettabilità, di oggetti lussuosi, di uomini fascinosi, di donne allegre, di amicizie importanti, di viaggi stuzzicanti, di soluzioni facili, di appoggi. Una vita splendida, senza pene, senza rancori, piena di colori, di luci, senza affanni. Ognuno immaginava uomini d’affari soddisfatti, pieni di sussiego, donne incredibilmente belle fasciate in abiti da sera brillanti con coppe di spumante pregiato in mano. Al confronto la vita dei comuni mortali che prendono i mezzi pubblici era una cosa ridicola. La gente comune crede che i grandi, i ricchi abbiano una vita tutta viaggi, vacanze, lustrini. Si tratta di una pietosa bugia, un mito da sfatare. Se guardiamo nel profondo e esaminiamo la questione comprendiamo che è un punto di vista falso. E’ difficile spiegare come anche le persone benestanti hanno paure, angosce, problemi di salute, di convivenza, di famiglia. Spesso invece di fare un viaggio un ricco deve provvedere alla amministrazione del proprio patrimonio, della propria attività, del proprio negozio, della propria industria. Spesso passa il tempo a fare i conti chiuso nel suo ufficio, a pubblicare dati. Spesso a ferragosto non ha altra alternativa che rifugiarsi vicino casa per paura di essere ancora reperibile. Spesso non può andare via per le vacanze di Natale per alcune scadenze imminenti. Come spiegare che spesso rinuncia a una passeggiata, a prendere una boccata d’aria per assicurare un futuro agli operai della sua fabbrica, per studiare le nuove tendenze del mercato . Tutti invece lo immaginano al sole dei Caraibi, nelle balere delle Romagna, magari in dolce compagnia. Invece ci sono sacrifici, rinunce, motivi importanti dietro una carriera. Nella visione parziale della gente i benestanti sono solo dei viziati, degli antagonisti da odiare con tutta l’anima. Prima di giudicare bisognerebbe capire, calarsi in certe realtà. Ci sono anche certo i benestanti superbi, ma bisogna saperli individuare.

 

Ester Eroli

 

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