Studenti universitari

Studenti universitariSiamo ormai prossimi all’apertura del nuovo anno accademico. Un flusso di matricole invaderà le città in cerca di occasioni, conoscenze, prospettive, spiragli di luce. Lo studio rappresenta sempre, anche in tempi di crisi, un investimento per il futuro. I giovani hanno sempre entusiasmo, quella cieca voglia di fare, di far parte di qualcosa, magari di un prestigioso ateneo. Un titolo accademico fa sempre colpo, rappresenta una impalcatura esteriore, un biglietto da visita, un nome con cui riempirsi la bocca. E’ quasi obbligatorio per i fuori sede trovare un alloggio, da soli o da condividere con gli altri. Di solito chi ha sperimentato la convivenza forzata cerca con qualche strategia, di abbandonare il gruppo e di andare a vivere da soli . Le case sul mercato date in affitto a studenti sono molte, ci sono molte opportunità. La ricerca della casa diventa quindi importante. In modo ripetitivo si consultano giornali, annunci gratuiti , siti internet. Si visionano le foto messe in bacheca dalle agenzie immobiliari. L’attenzione si concentra sempre sulle offerte a buon mercato, con prezzi contenuti per risparmiare. In passato erano i genitori a cercare, senza fretta, la casa per i figli, chiedevano delucidazioni, davano garanzie, consigli, pretendevano di sapere dove si trovava il proprio figlio, facevano telefonate rassicuranti al proprietario della casa, davano risposte complete sul corso prescelto dal figlio. I figli erano responsabili, pulivano l’abitazione, si comportavano in modo corretto, pagavano l’affitto alla scadenza. Ora i giovani cercano casa per conto proprio, non ascoltano nessuno, si presentano con aria equivoca, con occhi spiritati, pretendono molto dal proprietario e dalla casa , fanno dichiarazioni false e mendaci, dicono di essere studenti poi magari lavorano in locali notturni in nero, o passano il tempo nei pub. Alcune volte non rispettano le scadenze di pagamento e i mesi non pagati si accumulano, facendo infuriare i padroni della casa. Nei casi peggiori la casa viene messa a ferro e fuoco, viene devastata da orde di studenti amici che bivaccano lasciando in giro lattine e bottiglie vuote. Lo studente non risponde mai al cellulare quando lo chiama il proprietario. I bagni vengono rotti, le cucine distrutte, i muri rovinati con scritte e poster. La casa diventa una casa dormitorio, che serve per ospitare amici venuti da lontano conosciuti chissà dove. Fagotti, valigie ingombrano gli appartamenti. Il padrone si può recare a riscuotere l’affitto solo in orari stabiliti e deve andarsene a gambe levate. In molte stanze e appartamenti dati a studenti si ode il rimbombo ossessivo della musica, l’andirivieni delle persone. Si possono sentire urla, porte sbattute. Molti giovani, dopo il lavoro di sera, rincasano a tarda notte facendo rumore e ribellandosi alle critiche del condominio. Nelle case si fanno cene anche improvvisate , si accendono candele, si ospitano persone strane. Molti padroni di casa che vivono altrove non si rendono conto di quello che accade veramente, hanno magari solo vaghi sospetti. La realtà è un’altra. Si invadono le città con la scusa dello studio per divertirsi in maniera oscena. L’interesse è tutto concentrato sul divertimento non sui libri. I genitori sono assenti, magari sono separati e continuano la loro vita. Allora si vedono giovani studenti seduti nei bar rilassati con una espressione divertente negli occhi in tutte le sedi di università. A Perugia, dove esiste l’università per stranieri, alcune vie sono state chiamate le vie del piacere. Di notte sono possibili risse, botte, scontri fra ubriachi. Giovani di senno che studiano ci sono ma sono confusi nella massa, non fanno testo. Intanto le case date in affitto si deteriorano, gli studi non vanno avanti. Nelle università si respira una sensazione di inutilità e di idiozia. I giovani scelgono volontariamente lo studio per poter perdere tempo prezioso. L’università ci appare non più come una officina creativa, come luogo per crescere, ma come un contenitore vuoto, un involucro di cartapesta, un riparo dove rimanere parcheggiati per anni. Nessuno poi si sogna di mettere in pratica quanto appreso all’università, perché si è fatto ben poco. Intanto i proprietari delle case sono sempre più sfiduciati, chiedono l’affitto anticipato, non si fidano, non sanno distinguere, e alla fine decidono, accordandosi anche con i parenti, di lasciare la casa sfitta. Sono sempre di più le persone che sono convinte di lasciar perdere. Alcuni proprietari magari intervengono, minacciano con energia, si industriano, controllano, cercano di correggere,  ma poi si lamentano e gettano la spugna. Molti vengono derisi, maltrattati.    I giovani non mostrano comprensione, rispetto, educazione amano solo la loro vita precaria, fatta di affitti in nero, di bevute, di idiozie, di parole al vento. Molti vivono in gruppo dentro appartamenti che sono divenuti tuguri e qualche volta gli abitanti di uno stabile sono stati costretti a chiamare la polizia. I quartieri dove ci sono gli studenti sono in sofferenza. L’unica rivoluzione in campo universitario è questo arrivo massiccio di nullafacenti. Molte questioni hanno solo la parvenza di novità. La laurea presa in questo modo non è una garanzia per il lavoro, è solo all’apparenza una armatura indistruttibile che ha molte falle. Certo chi poi si laurea nelle sedi prestigiose, con qualche appoggio può ambire a posti di rilievo dove però fa la stessa figura quella di un perdigiorno, perché il lupo perde il pelo ma non il vizio.

 

Ester Eroli

 

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