Un solo giorno

Ogni giorno facciamo le stesse cose: ci svegliamo più o meno presto, facciamo colazione, corriamo fuori per andare  a lavorare magari con i mezzi o con lo scooter, o addirittura facciamo i pendolari, lavoriamo per otto ore nei nostri posti di lavoro, mangiamo veloci un panino a pranzo, usciamo dal lavoro e magari andiamo dal medico per una visita medica o in banca, la sera ci ritiriamo a casa snervati dal traffico, dal caldo, dalla folla, dalle code alla posta. Spesso abbiamo impegni anche il sabato e domenica. Il sabato facciamo la spesa, il pieno della benzina, gli acquisti di abbigliamento e scarpe. La domenica ci dedichiamo a sistemare la casa, il giardino, ecc. Le occupazioni scandiscono le nostre giornate. Pensiamo alle riunioni di condomino, della chiesa, allo pratica dello sport. Ogni impegno ci porta via del tempo. Non abbiamo tempo per guardarci allo specchio e lo facciamo solo quando andiamo dal parrucchiere e certe volte ci andiamo di rado perché non abbiamo tempo da sprecare. Passiamo giornate davanti al televisore, in biblioteca, dal fornaio. Alla fine dell’anno, quando si ha alle spalle un lungo periodo di lavoro, ci si sente affaticati. L’ideale a questo punto è farsi dare dal medico degli integratori e ricorrere a una ginnastica rilassante. Ma tutto questo a lungo andare non basta. Sentiamo che ci serve qualcosa di più stimolante, di più incisivo, di più appagante. Cerchiamo una valvola di sfogo, un modo per evadere, un buco da dove uscire nella tela della nostra vita. La trama della nostra vita è una stoffa complicata e noi cerchiamo in quella stoffa compatta e setosa uno strappo, una lacerazione da cui far uscire il nostro io frustrato. Le vie di fuga possono essere molte: una visita a una mostra, un film interessante trasmesso al cinema, la visita a un amico, una cena in un ristorante. Eppure sentiamo che tutto questo ancora non ci soddisfa. Dobbiamo  e vogliamo evadere in modo sistematico, preciso, totale. La nostra vuole essere una evasione a 360°. Allora cosa ci resta da fare? L’unica soluzione sul tappeto è la fuga di un giorno. Una gita fuori porta o più lontano. Cambiare lo scenario, le abitudini anche solo per un giorno può essere decisamente salutare. Si spezzano le tensioni accumulate in ufficio e quando rientriamo siamo meno rigidi e più indulgenti, vediamo le cose da un’altra prospettiva. Anche evadendo un solo giorno potremo conoscere gente nuova e  simpatica, fare amicizia e dimenticare la noiosa realtà quotidiana. In questo giorno possiamo permetterci un menù diverso, un rossetto più audace, una giacca più sportiva, un passo più spedito, una scarpa più comoda. Il contatto con la natura sarebbe auspicabile. Per rilassarsi non c’è niente di meglio che un bel prato fiorito, un paesaggio di montagna, un laghetto azzurro come il cielo. Ci sono organizzazioni ben attrezzate  che realizzano viaggi di un giorno di gruppo o per singoli. Spesso queste società, anche private o aperte a soci, organizzano anche la gita a sorpresa. Si parte senza che i partecipanti sappiano la meta ultima. Un viaggio elettrizzante e stimolante. Si tira a indovinare sulla  meta, si mangia nelle tappe, si comprano graziosi oggetti-ricordo. La compagnia degli altri, diversi dalla nostra cerchia familiare,  ci riscalda. Si pranza tutti insieme cibi ghiotti, magari sotto un pergolato. Per un giorno si può anche tralasciare la dieta.  Per un giorno si può dimenticare il  nostro capo, la spesa, i dolori alle ossa, le medicine, il caos delle strade. Basta un solo giorno per tornare ad essere quello che eravamo prima dello stress. Un solo giorno tutto per noi per dimostrare a noi stessi che siamo ancora capaci di assaporare la vita, di vivere.

 

Ester Eroli

 

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