Una nostalgia che prende il cuore

Molti sono gli italiani che vivono in America. A New York esistono interi quartieri di italiani. Gli italiani in America hanno aperto ristoranti, pizzerie, imprese. Ormai siamo già oltre la seconda generazione. Gli italiani cercano di mantenere vivo il ricordo della madrepatria attingendo alla tradizione culinaria e a altre tradizioni. In altre parole si mangia italiano, si seguono le feste italiane, si parla in italiano. Quando un cantante nostrano va a fare dei concerti in America viene seguito come un idolo. La musica italiana rappresenta un potente legame. Si insegna alle nuove generazioni la lingua  e le tradizioni della propria patria. Gli italiani risultano perfettamente integrati nel tessuto sociale americano.  La società americana è progredita, all’avanguardia e offre ancora delle possibilità.  L’elemento che caratterista le città americana, come tutti sappiamo, è l’assenza di un centro storico. In Italia la piazza con il duomo è veramente un polo di aggregazione sociale. Le città americane sono frenetiche, anonime, fredde. Il caos, le insegne pubblicitarie disorientano, creano un senso di non appartenenza, di estraneità.  Il traffico congestionato delle ore di punta rende le città americane quasi invivibili. La gente corre frettolosa, i rapporti umani sono formali.  In Italia le piazze, le chiese si animano di gente che si conosce in occasione delle feste del calendario e della festa patronale.  Il centro storico accoglie chiunque come un caldo nido protettivo. La città con le sue mura, le sue porte, i suoi ponti, i suoi palazzi si presenta in tutta la sua vivacità. I castelli, gli antichi manieri, i monasteri sono immagini sbiadite di un paese lontano, il proprio. Ogni italiano in America beve Coca Cola, mangia Hot dog, si aggira per i grandi magazzini ma nel cuore ha il negozio a conduzione familiare del proprio paese, il liquore fatto in casa, il profumo dei taralli, dei cantucci, dei cannoli. Ogni italiano ha nel cuore sempre la nostalgia per un lembo di terra della vecchia Europa, che sarà pure vecchia ma ha braccia grandi.

 

Ester Eroli

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