Uno spiraglio di luce

In un mondo arido le persone che incontriamo hanno il cuore freddo, indifferente. Ci guardiamo intorno e non troviamo tracce di pietà. In questo contesto siamo sempre più demoralizzati. Ogni tanto però scorgiamo un barlume all’orizzonte e allora il nostro cuore si rallegra. Esiste a Roma una scuola di lingua italiana per stranieri, minori e adulti, completamente gratuita e gestita da insegnanti o ex insegnanti volontari. La scuola prende il nome da un personaggio famoso di un romanzo per ragazzi: Penny Worton. L’idea di questa scuola è venuta per la prima volta al suo fondatore lo scrittore Eraldo Affinati, che oltre che scrittore è stato insegnante presso la succursale della scuola Carlo Cattaneo di Roma, città dei ragazzi. Il titolo di un suo romanzo è proprio città dei ragazzi in cui descrive un viaggio in Marocco per accompagnare a casa due suoi studenti arabi. La scuola gratuita ha la sua sede in via di San Saba, nei locali messi a disposizione dalla parrocchia e dal parroco. A frequentare questi corsi per apprendere l’italiano sono soprattutto minori, privi di famiglia, ma anche adulti provenienti da ogni parte del pianeta. Tra gli adulti prevalgono gli ucraini e i rumeni, invece fra i giovani quelli originari del Mali, dell’Egitto, della Costa d’avorio, della Turchia ecc. la scuola è arrivata ad avere una trentina di insegnanti e una cinquantina di allievi. Oltre a insegnanti volontari la scuola si serve della collaborazione anche di ragazzi di un liceo romano, per facilitare la comunicazione con i più giovani. Ma qual è la caratteristica principale di questa scuola? Senza dubbio il dialogo, la libertà del comportamento, la voglia di accoglienza. In altre parole non è una scuola come tutte le altre. Non ci sono iscrizioni, non ci sono rigidi sistemi educativi, non ci sono classi, valutazioni finali, interrogazioni che fanno paura, dura selezione, registri con le assenze, insegnanti distanti e autoritari. Tutto si svolge in un clima amichevole, senza fretta si impartiscono le lezioni, la frequenza è libera. Gli studenti partono quasi tutti da zero e vengono introdotti alla scrittura, alla lettura, alla conoscenza dei diritti e doveri della nostra costituzione e della nostra cultura. Il materiale didattico viene fornito dalla scuola stessa insieme a un manuale dal titolo: “ italiani anche noi” dove vi sono degli esercizi da svolgere. I compiti a casa vengono dati soprattutto agli alunni adulti. Gli esercizi tengono conto del fatto che molti allievi sono analfabeti, e conoscono a mala pena la lingua madre. Gli allievi vengono divisi in gruppi, in base ai livelli di preparazione e per ognuno di loro si realizza una specie di nota o scheda informativa. I gruppi possono interagire piacevolmente fra di loro. Gli studenti istruiti possono anche accelerare il loro corso. Durante le lezioni vengono ripetute le nozioni e si fanno degli attenti ripassi generali. All’inizio si comunica con gesti, con la mimica e con poche parole, visto che nessuno conosce la nostra lingua. Successivamente quando aumenta il dialogo e la confidenza molti si lasciano andare a racconti relativi al proprio paese e alla propria vita. Gli alunni spesso raccontano le esperienze personali. La scuola mescolando uomini e donne, giovani e adulti, culture diverse mira alla socializzazione e a consentire la conoscenza della lingua italiana. Infatti alla fine del corso ognuno saprà parlare, scrivere, leggere e comunicare almeno l’essenziale in italiano, lingua fondamentale per l’integrazione e per il lavoro. Chi anche frequenta altre scuole può considerare questi corsi dei validi supporti per l’apprendimento. Il clima è stemperato spesso da allegre risate. In futuro ci sono altri progetti come quello di accogliere ragazze con i bambini o coppie di coniugi. La scuola e l’iniziativa sono in evoluzione e si attendono sempre nuove persone di buon cuore disposte a spendere un po’ del proprio tempo libero per rendersi utili agli altri, insegnando in modo gratuito. In questi tempi in cui avere un cuore duro sembra un privilegio non è certo poco.

 

Ester Eroli

 

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