Wonder Woman, l’importanza di un’eroina

Finalmente è uscito al cinema il film Wonder Woman, prima pellicola, se si esclude il dimenticabile degli anni Ottanta Supergirl, incentrata su un personaggio di supereroina come protagonista e non come comprimaria.

Non è la prima volta che Wonder Woman visita il mondo dello spettacolo: l’attrice Gal Gadot aveva già fatto una comparsata trionfale in Batman vs Superman Dawn of Justice l’anno scorso, senza contare la serie di culto degli anni Settanta con protagonista Linda Carter.

Al di là dei meriti della pellicola, che svela le bellezze del Sud Italia, perfetto scenario per l’isola di Themyscira e racconta sia pure in modo fantastico la pagina tragica della Grande Guerra, primo massacro del Secolo breve, l’interesse maggiore è mettere al centro di tutto una donna, compassionevole, bella, ma soprattutto coraggiosa, determinata e a tratti implacabile.

Spesso si sono accusati i fumetti, sia i comics che i manga, di essere maschilisti e di proporre modelli stereotipati di donne. Le stesse accuse sono state rivolte alla fantascienza e al fantasy.

In realtà è stato proprio l’immaginario fantastico, tramite romanzi, film, telefilm e ovviamente fumetti, a proporre i personaggi femminili più interessanti, guerriere, scienziate, maghe, supereroine, aliene, regine, da Leia di Star Wars a Ripley di Alien, da Xena a Buffy, da Katniss a Sailor Moon, da Scully a Supergirl. Tutte ragazze e donne che hanno come loro antenata Wonder Woman, nata settantacinque anni dalla penna di William M. Marston come amazzone catapultata nella lotta contro i nazisti e da allora capace di vivere mille vite e aggiornamenti ad un mondo che cambiava, con altri autori e look.

Non è un caso quindi che le appassionate di cultura nerd e otaku, partendo dai fumetti, siano molto cresciute nel corso degli anni: le donne scrivono e disegnano fumetti, a tutte le latitudini, sono protagoniste e si appassionano a questo mondo. In certi Paesi il fumetto è diventato anche un modo per promuovere progresso sociale, basti pensare alla supereroina araba Qahera, che combatte con l’hijab o ai fumetti in India e Africa con cui si distruggono tabù sulle mestruazioni, ma anche a titoli come Il blu è un colore caldo di Julie Maroh e ai manga di Ebine Yamaji che hanno presentato finalmente la normalità di essere lesbiche.

Tornando a Wonder Woman, in parallelo al film ci sono varie iniziative editoriali,anche in Italia, con varie collane dedicate dalla RW edizioni ed è annunciato un nuovo film, oltre che apparizioni dell’eroina in altri film ispirati ai fumetti DC Comics.

Del resto, c’è bisogno di supereroine come Wonder Woman e non solo, in un mondo in cui la cultura popolare negli ultimi anni sembra più pronta a rilanciare immagini di donne sottomesse, succubi, felici di essere oggetti erotici. E ben vengano donne e ragazze che anziché leggere sfumature e paper girl scoprano il mondo dell’immaginario fantastico, rutilante e che promuove un’immagine ben diversa delle donne, in contesti comunque mai retorici e sempre appassionanti.

 

Elena Romanello

 

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