15 dicembre 2000 (Romanzo epistolare)

Una vita difficile romanzo epistolareDopo il funerale mi prese una febbre pazzesca, allucinante. La febbre scosse tutte le mie membra. Ero stordita, fuori di me. Incapace di reagire. Non sarei più tornata quella di prima. I parenti erano tornati alle loro abitazioni, molti si erano mostrati indifferenti, poco partecipi. Anche di fronte alla morte molti avevano continuato ad avere il loro atteggiamento sostenuto. La morte non li aveva ammansiti. Il loro capo superbo non si era piegato. Quando sarebbero morti loro io sarei stata così crudele? La morte dovrebbe cancellare le offese. Loro continuavano ad esser quello che erano sempre stati, la morte non li aveva scalfiti, forse perché era quella di un altro essere umano. Il richiamo del sangue non si era sentito. Probabilmente questa società edonista anestetizza i sentimenti. Questo evento luttuoso aveva segnato la mia vita, ero a una svolta. Ero come un treno deragliato che non può riprendere sui binari la sua corsa. Era accaduto qualcosa di sconvolgente, ed io ero impotente. Incapace di pensare, agire, restavo immobile per ore nel letto a contemplare il soffitto. I pensieri andavano a ruota libera. Rimanevo nel letto tutto il giorno, come accade a molte persone affette da depressione. Tanto mia madre era sola in quel cimitero sperduto. Dal sonno eterno non si sarebbe più svegliata, non credevo alla resurrezione della carne, non per cattiveria. Una volta distrutto il corpo non si poteva recuperare in alcun modo non credevo alla potenza di Dio, alla sua forza. Ora ero nella solitudine, se c’era inferno quello era nel mio cuore. Anni luce, distanze abissali mi separavano da mia madre. Lei continuava a vivere nei ricordi, mi sforzavo di farla rivivere per darle questa consolazione. Consolazione che non avrebbe più avuto dopo la mia stessa morte. Chi l’avrebbe più ricordata? Non vi erano miei figli, la moglie di mio fratello era ostile, nemica. Mia madre mi vedeva ancora o era tutto finito? La morte era fredda come il marmo della tomba e mi trasmetteva quel senso di gelo che mi arrivava fino alla nuca. Se ripenso a quei giorni mi vengono i brividi. In quel periodo facevo il calvario come Cristo. Facevo tutte le stazioni della via crucis. Ora capivo il significato simbolico di quel cammino di cristo con la croce sulle spalle. Ognuno deve portare la sua croce, anche se non vuole. Cercai conforto nella fede e parlai con dei sacerdoti per ore, per pomeriggi interi. Le loro parole persuasive, dolci erano un balsamo. A casa, davanti alle stanze vuote, tornava la stessa tetra angoscia. Mi venivano a trovare vicini, signore amiche, ma le loro chiacchiere mi infastidivano, sentivo solo un ronzio, un bisbiglio. Le loro parole non mi toccavano, non mi davano la pace del cuore che io agognavo. Mi guardavo intorno attenta vedevo tanti volti familiari e mi meravigliavo di non vedere quello di mia madre. Per sbloccare la situazione cominciai a scrivere un diario, una lunga lettera a mia madre, nuove poesie a lei dedicate, nella speranza che lei mi vedesse. I giorni trascorrevano tutti uguali senza un segnale. Pregai ardentemente mia madre di mandarmi un segnale della sua presenza al mio fianco. Volevo una prova, una traccia anche debole, un filo dove attaccarmi morbosamente. Senza un segnale la mia vita era vuota, priva di senso. Non potevo continuare a vivere come niente fosse. Dal mio letto di ozio forzato avevo lanciato un ultimatum: o ricevevo un segnale o sarei morta alla vita. Io sopravvivevo fra ricordi, fotografie, diapositive, ma non vivevo perché odiavo la luce del sole che lei non poteva più godere. Non mangiavo più i suoi piatti preferiti, non mettevo più il suo profumo. Allo stremo delle forze un messaggio mi avrebbe rimesso al mondo, fatto rinascere. Cominciai a leggere testi sull’aldilà cercando di capirci qualcosa. Leggevo solo libri su fantasmi, spiriti, medium, aldilà. Mi soffermai a leggere la vita oltre la morte, celebre testo che circolava in molti ambienti. Ero curiosa, volevo sapere, volevo toccare con mano, sentire. Parlai con medium, esorcisti, vescovi per capire quali erano le caratteristiche dall’altro mondo. Lessi Sant’ Agostino, le vite dei santi, la storia travagliata di Santa Teresa che andò a visitare l’aldilà con il corpo.

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