6 gennaio 2001 (Romanzo epistolare)

Una vita difficile romanzo epistolareIn passato, quando ero ossessionata dal futuro, spesso mi immaginavo con i capelli grigi, le guance scavate, le mani tremanti. Passavo ore a pensare come avrei organizzato il tempo. Mi immaginavo come la vecchina Befana, con la faccia piena di rughe e l’espressione stanca. Ora penso che il destino stesso mi fornirà gli strumenti per affrontare l’ultimo periodo sulla terra. La provvidenza spesso aiuta gli incapaci. Un proverbio popolare recita: al ghiotto Dio provvede. L’unico mio compito sarà solo quello di affinare la parte migliore di me. Tutti noi abbiamo dentro una parte oscura e una luminosa. Ognuno ha due facce il lato positivo e il lato turpe. Sta alla nostra abilità regolare gli istinti. Spesso nella nostra rispettabilità ci lasciamo travolgere dagli eventi e diventiamo anche noi avidi, bugiardi, meschini. Quando prevale il lato negativo di noi diventiamo crudeli. Cerchiamo sempre di nascondere le nostre debolezze, che riaffiorano quando meno ce lo aspettiamo. Nei momenti difficile può venire fuori la parte buia di noi. E’ nostro compito frenare gli impulsi deleteri per noi e per gli altri. I sentimenti di odio, di vendetta devono essere tralasciati perché alimentano la nostra parte tetra. Gli eventi tragici possono rendere una persona crudele. Io non volevo soccombere al male che si annidava dentro di me che mi portava alla deriva, allo sbando. Quando perdevo la bussola diventavo una persona intrattabile. Dovevo lavorare sul mio carattere. Con il tempo diventai più indulgente, più disposta a perdonare. La propensione al perdono non mi venne dal cielo. Dopo aver lavorato a lungo su me stessa imparai ad essere meno rancorosa. Di nuovo mia madre in sogno mi aveva ammonito: bisogna perdonare ed era sparita in una nuvola di vapore. I messaggi che mi venivano dall’altro mondo erano messaggi di perdono, di pace, di speranza. Contrastavano con i messaggi del mondo che erano di disperazione, di guerra, di odio. La televisione ogni giorno riportava immagini di distruzione e di morte. Io però interiormente ero tranquilla e capivo che la serenità interiore è il massimo della felicità.

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