Al passo con i tempi

Al passo con i tempiI tempi sono cambiati, nuove mode bussano alle porte e costringono a rivoluzionare, anche mentalmente, non solo concretamente, il modo di essere e di pensare. Bisogna ovviamente accettare la sfida dei tempi nuovi, anche se essa è piena di contraddizioni. Difficile accertare i motivi del mutamento repentino. Ogni volta occorre fidarsi solo delle mode se si vuole essere accettati senza riserve. Alcune mode nascono in silenzio, fioriscono in modo subdolo e possono trarci in inganno, per questo bisogna stare con gli occhi aperti. In passato era molto di moda indossare pellicce nel periodo invernale. Donne, ragazze dall’aspetto formidabile, perfetto si mostravano fiere della loro elegante toletta. A natale pellicce più o meno costose ci sfilavano sotto il naso. Poi era subentrata l’epoca della ostentazione. Tutte le donne si mettevano in mostra, si pavoneggiavano e guardavano con aria torva e sprezzante che non indossava la preziosa pelliccia e aveva optato per un altro capo di abbigliamento. La pelliccia era un segno distintivo di lusso, una specie di chiodo fisso per molte. Tutte le donne ambivano a comprare una pelliccia per far vedere alle altre che anche loro erano partecipi del lusso e dell’eleganza. Molte donne più povere ostinatamente cercavano di mettere da parte i soldi per comprare una bella pelliccia. Un desiderio affannato, bruciante che lasciava tracce nella loro anima. Nell’illusione di mettersi a pari con le altre, con la società molte donne di classi sociali inferiori si sono impelagate nell’acquisto di una pelliccia. Hanno affrettato l’acquisto mano mano che cresceva e si accentuava la superbia delle altre possidenti dell’oggetto del desiderio. Molte hanno dilapidato tutti i risparmi e hanno dovuto ricominciare daccapo. Anche le donne più povere hanno cominciato a dondolarsi, ad atteggiarsi con il volto arrossato per la gioia. Una risposta silenziosa alle donne rivali con la faccia superba. Su tutti i volti delle donne in pelliccia c’era lo sguardo compiaciuto di una conquista, segno di vittoria. Ogni donna fronteggiava le rivali mostrando una pelliccia vistosa. Poi la moda ha suggerito nuove strade, nuove esperienze . Le pellicce non sono più al top dei sogni femminili. La pelliccia non è più veicolo di un messaggio di ricchezza. Gli animalisti hanno fatto il resto e hanno considerato l’indossare le pellicce un grave affronto. Molte donne sono state aggredite all’uscita dei cinema, dei teatri, pesantemente insultate. Istintivamente molte hanno nascosto le pellicce negli armadi. Per una crudele beffa molte donne che avevano in dosso una pelliccia finta, di quelle ecologiche sono state insultate. Le pellicce sono state riposte negli armadi, parcheggiate nei ripostigli. Molte donne povere che avevano fatto dei sacrifici per avere il bene ambito si sono ritrovate private del piacere di indossare il capo di abbigliamento. Non si poteva porre rimedio agli animalisti appostati nelle vie, nelle piazze pronti a colpire. Molte donne sono state spintonate, maltrattate dalle altre donne. Per le donne povere non c’era scampo, non c’era riscatto. La scalata sociale attraverso il possesso dei beni non dava i suoi frutti. Possedere la pelliccia ora era un’infamia. Tanti soldi buttati per un capriccio, per una cosa che non era più di moda, più al passo con i tempi. Allora conveniva non puntare più su cose effimere per essere. L’essere doveva prescindere dall’avere, dall’apparire. Era meglio investire i soldi in cultura, in beneficenza. Alle donne povere era rimasta una unica consolazione: il beneficio delle lacrime. Il patto fatto con la moda deve sempre essere modificato, rotto perché le mode cambiano e con esse le mentalità. Così attici che prima mostravano le pellicce ora, a distanza di anni, si mostrano contrarie e indossano solo jeans strappati, in aperta contraddizione, nella speranza che nessuno ricordi. Di solito nessuno ha buona memoria tutto intento a seguire il vento fragile del momento, intento a cavalcare l’onda che può però anche travolgere a lungo andare.

 

Ester Eroli

 

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