Ambiente

In molti contesti familiari accadono spesso fatti sconcertanti che lasciano senza fiato. Avvengono fatti insensati, innaturali, vengono fatte cose senza criterio. Al funerale di un consanguineo  molti parenti dopo anni che non ci vedono l’unica cosa che si sentono di fare è scrutare in modo morboso  i nostri abiti e la nostra auto per vedere se l’abbiamo nuova, e ostentare le proprie ricchezze come palloni gonfiati. Ci sbattono sotto il naso quelle che credono ,loro conquiste: una casa nuova, un viaggio come se noi nel cordoglio stiamo pensando veramente ai loro possedimenti, ai loro averi. Sono cadute di stile che denotano il fallimento della socialità in certi ambienti familiari. Ci vogliono umiliare anche durante un funerale di un comune parente dopo che ci umiliano in altri contesti. Ci vogliono buttare giù, renderci ridicoli. Se vestiamo male ci guardano ironici anche a un funerale. ogni scusa è buona per farci cadere nella polvere dove è difficile rialzarsi. Molti dopo il funerale si dileguano rapidamente e se ne vanno senza salutare.

La cosa più spaventosa è che la famiglia del defunto sparisce, si allontana, non risponde al telefono nei giorni successivi, si fa negare, non si fa trovare da nessuna parte. Un comportamento solo all’apparenza inspiegabile. In verità ha una sua logica perversa. In certi paesi e regioni è usanza dopo la morte di una persona recarsi in visita alla famiglia del defunto per una operazione di conforto e vicinanza. I parenti però non vogliono avere gente fra i piedi, non vogliono essere commiserati, non vogliono far vedere la loro casa, il loro mondo. Sono gelosi della privacy, non vogliono mostrare il loro stile di vita. Hanno dei pregiudizi. In certi casi si sono vantati, hanno detto delle bugie e ora non vogliono far scoprire la verità, hanno detto di avere una villa che poi non esiste, allora meglio non ricevere nessuno, allontanare tutti. In certi casi le case dei defunti, anche se belle come musei, ci sono precluse. Cadono tutti in questa trappola, temono critiche, intromissioni. Si tratta di un difetto sociale che diventa disfatta totale quando si scatenano liti fra gli eredi per riparare un semplice cancello al cimitero. In conclusione nessuno vuole ripararlo e aspetta che lo fa l’altro che per puntiglio si tira indietro. Ci sono i soldi per le crociere ma non ci sono per riparare un semplice cancello di una normale tomba di famiglia, che finisce nel degrado totale nonostante numerosi eredi anche maschi. Nessuno vuole pagare di tasca propria, nessuno si fa avanti. Gli ambienti familiari sono luogo di litigi, di rancori, sono scaduti a liti di condominio. Tutto è dato per scontato. La famiglia dovrebbe essere curata come una pianta in modo attento, sistematico. Invece tutti si dileguano. Spaventa quella fuga dopo i funerali, quel telefono che squilla e nessuno risponde per paura di una visita in casa di parenti. In passato avevano case più brutte eppure ricevevano i parenti, ora ci sono ville e palazzi e nessuno apre la porta di casa. Sono subentrate troppe rivalità, troppe gelosie.

In questo modo la famiglia non si rialza più.  Paghiamo alla civiltà del benessere un conto salato. Si insegna alle nuove generazioni a fuggire dai parenti in modo sconsiderato, ma i parenti, fino a prova contraria, non sono dei nemici che tendono agguati.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.