Ambiguità

Viviamo in una società che si nutre di vistose contraddizioni, si pasce di falsità. I comportamenti della gente sono ambigui, dettati dal momento. Tutto è in una zona grigia. Nessuno prende una posizione netta per paura di sbagliare, si resta nel limbo, nel mondo di mezzo come il nome di un celebre clan che operava a Roma e si occupava di affari.

Da un lato la pubblicità di invita al consumo di dolci, pasta e dall’altra ci sollecitano verso diete drastiche che nulla hanno di umano in cui viene eliminato praticamente tutto.

Da un lato ci sono gli interessi dei lavoratori, degli operai dall’altro i problemi ambientali di inquinamento. Non si sa da che parte schierarsi. Un gruppo reclama giustamente il lavoro, gli altri cittadini reclamano la salubrità dell’aria. Un braccio di ferro duro, serrato, ambiguo. Un dilaniarsi fra opposte fazioni. Da un lato la necessità di un ammodernamento della rete ferroviaria dall’altro il problema serio dell’inquinamento progressivo per sostanze tossiche. Entrambe le fazioni hanno ragione e allora nessuno prende posizione per non doversi pentire subito dopo.  Ci si scanna per difendere la propria posizione contro altri cittadini, altri schieramenti politici.

Nella vita pratica, quotidiana avvengono puntualmente le stesse contraddizioni. Se abbiamo un vecchio modello di auto veniamo derisi apertamente, ma non appena ci compriamo un’auto nuova la stessa gente che rideva passa con facilità dall’insulto alla invidia. Molti che prima ridevano ora rimangono male perché abbiamo un’auto decente. Lo stesso avviene con gli abiti. Ci facciamo la guerra a colpi di vestiti. Se ci vestiamo in modo dismesso, o per cosi dire normale, andiamo incontro a commenti e occhiate negative, specie delle donne, se invece di vestiamo con abiti costosi, ricercati, interessanti ci dobbiamo aspettare sguardi carichi di rabbia e disprezzo, invidia.. Le donne ci indirizzano sguardi truci, odiosi, ci sentiamo osservati. Non sappiamo mai come vestirci, come procedere. Se ci vestiamo bene sentiamo la solita frase ripetuta come un ritornello a cui abbiamo fatto l’abitudine ormai: ce lo anche io questo abito. Come se in commercio non ci fossero mai abiti simili fra loro. Se ci vestiamo male siamo accusati di incuria e negligenza, se ci vestiamo bene di fanaticismo. Siamo sempre poco sereni, combattuti fra due fuochi nemici. Non sappiamo organizzarci, stabilire da che parte stare. Non capiamo ovviamente ottusi come siamo che ci sono cose più importanti nella vita. Gli ipocriti continuano il loro doppio gioco. Chi è responsabile sa che deve schierarsi, assumere un ruolo non delegare agli altri compiti ingrati.

L’umanità si considera superiore ma in realtà si dimostra meschina nei suoi giochi ambigui, avidi e corrotti. Bisogna prepararsi ad uscire una volta per tutte dalle ambiguità.  

 

Ester Eroli

 

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