La filosofia greca delle origini è ricca di riferimenti alla aporia. La parola greca significa dubbio, incertezza, soprattutto incertezza soggettiva di fronte a un problema, a una difficoltà le cui poi soluzioni alternative sono ugualmente valide e entrambe accettabili per l’opinione comune. La parola significa strada senza uscita, ossia la mancanza di una risposta concreta ai problemi. Alcuni problemi insolubili non hanno risposte definitive e certe, ma contraddittorie e dominate dalla incertezza. Un esempio è il paradosso del filosofo Zenone sul movimento. La realtà della esperienza entra in conflitto con la realtà mostrata dalla logica.
Il primo filosofo ad aprire la strada a simili speculazioni è stato Socrate, molte sue indagini si concludono invariabilmente con una aporia. Secondo Socrate ognuno è convinto della validità della propria opinione che però sfocia verso problemi senza soluzione apparente. Anche i filosofi del passato Anassagora e Democrito hanno sfiorato con la loro dottrina la aporia soprattutto per quanto riguarda il problema del sacro, dell’infinito, della materia.
I dialoghi di Platone, specie quelli giovanili, sfociano nell’aporia ossia in un passaggio impraticabile al pensiero.
La filosofia delle origini è piena di questi richiami ma ci accorgiamo che i giovani adolescenti ignorano questi concetti e queste nozioni.
Ester Eroli