Articoli sanitari

Molte persone ai nostri giorni sono costrette per vari problemi, per imperfezioni, a ricorrere a protesi, plantari, busti, scarpe ortopediche e quindi a frequentare negozi di articoli sanitari. Dopo un incidente stradale, un infortunio domestico, una caduta dal motorino molti sono costretti  a portare collarini e ingessature. In passato il personale era altamente specializzato, in grado di fornire consigli e indicazioni. Il paziente veniva messo a proprio agio e inoltre per provare i vari attrezzi utili veniva immesso in una stanza confortevole. Il personale era composto da gente normale, educata, rispettosa, con un sorriso tenue sulle labbra.

Ora i tempi sono cambiati decisamente. Gocce di dolore si vanno ad aggiungere a quello già provato per la situazione. Il paziente indifeso viene trattato con sufficienza come fosse un  oggetto. In certi casi alcuni piedi malformati sono stati oggetto di risate di scherno. Persone in soprappeso costrette a comprare un busto sono state derise, guardate con occhi critici. Commesse svampite, donne attempate dai capelli rossi tinti hanno l’ardire di maltrattare il paziente facendolo sentire in colpa per il suo problema. Commessi giovani hanno apostrofato i clienti con appellativi poco adatti a chi ha quotidiani contatti con il pubblico. Donne anziane sono state definiti vecchie, donne nubili zitelle. Parole  e offese che non hanno senso. Il paziente impacciato non sa mai cosa dire. Nessun commesso si sogna di aiutare il soggetto con problemi, continua spesso a parlare con  i colleghi dei fatti propri, della auto nuova, delle rate da pagare, della gita da fare. E’ proprio come se il paziente non fosse presente. In altri casi si sono state sfuriate isteriche di alcuni commessi verso alcuni errori casuali del paziente. I pazienti, spesso impacciati, sono stati accolti in alcuni casi con saluti scarni e sostenuti che non li hanno fatti sentire a proprio agio.

In alcuni casi i pazienti hanno assistito  a commenti sgradevoli, ammiccamenti, a commesse che si guardavano in faccia in segno di intesa.

Nei casi peggiori i pazienti sono stati costretti a misurarsi le attrezzature in locali aperti al pubblico, di passaggio o addirittura all’ingresso. Ci sono stati casi di commesse che sono entrate all’improvviso mentre il paziente si stava spogliando senza essere chiamate. Tutta una serie di comportamenti scorretti che urtano la sensibilità del paziente ingenuo e tranquillo. Solo i raccomandati, gli amici degli amici incredibilmente ricevono un ottimo  trattamento. Negli altri casi solo sgridate, repulsioni, trattamenti indecenti, assenza di pietà.

Al paziente non resta che restare immobili.  gettarsi tutto alla spalle e desiderare ardentemente il ritorno alla normalità. In fondo ognuno è se stesso, non può essere quello che vogliono gli altri.

Certa gente che si crede qualcuno dovrebbe lavorare in campi più stimolanti, come la moda, dove le modelle sono un esempio di perfezione.

 

Ester Eroli

 

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