Autonomi

Nella nostra epoca bisogna sin da subito imparare ad essere autonomi, capaci di evolversi da soli, capaci di seguire fedeli sono la propria voce mentale i propri pensieri nascosti, i propri ricordi, i frammenti della propria memoria. Nel frastuono del mondo non possiamo fare domande, interrogare gli altri, chiedere spiegazioni, aiuti. Chi è nelle nostre vicinanze è incurante, frettoloso, distante, scocciato della nostra intrusione. Gli amici non hanno coscienza, ci lasciano da soli specie se siamo nei pasticci , i parenti si dissolvono, diradano le visite, ci trattano da estranei. Ognuno è stregato solo dal proprio universo ambiguo. Ogni vita è racchiusa come in un bozzolo, e stenta a venire fuori e mostrare alla luce il suo splendore.

Ai bambini si insegna subito ad essere autonomi, agli anziani ad essere autosufficienti fino alla fine. Si insegna con accanimento l’indipendenza che anche solitudine, chiusura.

Le donne che lavorano, che hanno un alloggio, amici si considerano realizzate anche senza nessuno, gli uomini in carriera si considerano appagati anche senza amici, senza una compagna.

Siamo abituati a una vita autonoma e se qualcuno invade il nostro privato lo rimettiamo subito al suo posto come un cane che ci ha fatto inciampare.

Gli altri sono un ostacolo, un inciampo al nostro sviluppo più puro e autentico. Si sentiamo soddisfatti solo quando rincasiamo e finalmente siamo soli. Non accettiamo facilmente consigli e suggerimenti degli altri. Non sopportiamo domande, chi viene senza preavviso.

Alla fine in questa chiusura totale diventiamo sempre più sfuggenti, oppressivi, animati solo dall’egoismo, sospesi, persuasi di farcela da soli, aggressivi, ansiosi e fuggiamo persino la nostra ombra.

Alla fine ce la prendiamo pure con noi stessi non sapendo con chi litigare e sfogarsi.

 

Ester Eroli

 

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