Il silenzio solenne con cui certi posti ci hanno accolto ci ha affascinato, siamo rimasti in stupida adorazione di certi paesaggi, abbiamo catturato istanti di pura bellezza. In molte occasioni non abbiamo saputo resistere e siamo partiti per godere km lontano l’amorfo fluire delle ore di ozio, per rilassarci mollemente sdraiati al sole. Abbiamo agognato di raggiungere certe mete eccitanti avvolte in un’aurea di prestigio più delle altre. Ci siamo compiaciuti di aver fatto la scelta giusta. Abbiamo visitato eremi, contrade sperdute, conventi e isole come tutti gli altri.
Solo recentemente abbiamo capito che non possiamo più farlo. Ci sono azioni che sono divenute impossibili. Non solo il tracollo economico ce lo impedisce ma anche una certa crudeltà ingegnosa che mostra un odio feroce per turisti inermi, che sono persone semplici. I turisti diventano cadaveri, oggetti dispersi che lasciano deboli tracce. Andare in certi posti fa impressione dopo certi fatti e chi ci va per lavoro prova ansia, agitazione, teme per la sua incolumità. Molte vacanze sono divenute giorni infausti, da cancellare. Una persecuzione rapida, insensibile, contraddittoria ha colpito il piccolo mondo del turista.
Allora è meglio cambiare rotta, senza fare isterismi. Meglio non assumere il ruolo di turista. La soluzione è a portata di mano. Si può viaggiare su internet consultando le mappe stando comodamente seduti sul divano senza correre rischi e inoltre viaggiando si possono evitare le mete a rischio. Non dobbiamo farci cogliere impreparati. A ogni prova c’è un rimedio.
Ester Eroli