Banali feste

Ogni anno già a novembre inizia con largo anticipo la febbre del natale, che non ci rende certo  più buoni come credono gli ingenui. Il natale accende gli animi, scalda le menti e accentua rivalità, differenze sociali, gelosie, antagonismi. Mentre la musica di natale fa da sottofondo allo shopping sfrenato il nostro cuore è in fibrillazione roso dalla invidia, dalla rabbia. Gli altri ci sembrano felici. Invidiamo i turisti che passeggiano beati per la nostra città, che seduti al bar sorseggiano drink dolci e piacevoli, che si siedono  in un ristorante elegante per una cena intima. A natale tornano le classiche vacanze, e tutti ci domandano dove andiamo. Spesso non possiamo andare via per motivi familiari, economici, sociali. Dobbiamo accudire genitori anziani, invitare parenti lontani, ospitare nipoti, cugini in visita nelle nostra città.

Allora piombiamo nella depressione. Le nostre feste ci sembrano sempre, anche quando sono eccellenti, banali, ridicole, senza succo, senza divertimento sfrenato. Brontoliamo per il tedio dei pomeriggi passati a giocare a carte con nonni e zii. Ci lamentiamo delle nostre gite ed escursioni a corto raggio. Ci adattiamo a sopportare la suocera per non incorrere nelle ire del marito. Le feste trascorse senza adrenalina ci sembrano scontate, degradanti, paurosamente noiose. Ci stanchiamo dei soliti regali, di indossare l’abito di velluto nero e le calze nere. Ci stufiamo di ascoltare le solite musiche, di frequentare le solite gelaterie, di regalare le solite sciarpe di lana. Ci manca il fascino di un viaggio esotico, di prendere un tè su una torre alta, di stare in compagnia di gente unica, importante.

Ci ritroviamo spesso dietro i fornelli a cucinare per orde di parenti. Ci sentiamo sotto sforzo, le nostre feste sono umilianti, non danno vitalità, vivacità. Nel salone c’è lo stesso albero finto dell’anno passato, la nostra cognata ci parla solo di abiti e ombrelli firmati mentre magari il nostro ombrello è un vecchio modello passato di moda. Ci rendiamo conto di perdere una infinità di occasioni. Non riusciamo a vedere come può essere il natale in città famose che non abbiamo mai viste. Vorremo andare lontano, sfuggire alla routine, avere gioielli preziosi, regali importanti. Ci consoliamo ogni tanto con acquisti banali come un maglioncino, un filo di perle, oggetti che non ci entusiasmano. Anche gli acquisti sono banali, insipidi, come la nostra vita scialba. Sospiriamo quando gli ospiti ci raccontano dei loro viaggi natalizi, dei loro ricordi. Vorremo avere tempo e denaro per seguire la moda, alla fine ci accontentiamo di indossare il solito completo gessato, classico e anche esso banale. Ci allontaniamo da certi parenti, rifiutiamo i loro inviti con una scusa anche essa banale. Non sopportiamo di stare insieme  a persone che detestiamo. Nelle feste vorremmo avere un viso più giovane, regalare oggetti di effetto. Invece ci ritroviamo a fare gli onori di casa con un vecchio abito già indossato che appare disdicevole agli occhi attenti delle nostre parenti e amiche. Vorremmo buttare di sotto vecchi abiti, vecchie abitudini. Le nostre feste non sono favolose, si svolgono in modo inalterato come l’anno prima, solo con qualche disturbo in più di salute. Vorremmo fare piazza pulita dei parenti ingombranti che ci trasciniamo dietro. Poi alla fine evitiamo tutto con garbo.

Forse dovremo riflettere sul fatto che ci sono persone che passano le feste fuori di casa, in una baracca, in una tenda per svariati motivi e sul fatto che i parenti non sempre restano in vita a lungo. Un giorno potremo rimpiangere il calore del nostro piccolo nido confortato dalla presenza dei nostri cari.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.