Gli atteggiamenti sono sempre più volgari, indecenti, le parole sempre più strafottenti. Ci si comporta male anche senza una necessità, un motivo. L’educazione è finita in soffitta tra le cianfrusaglie abbandonate. Ci siamo immersi nella brutalità delle parole, dei gesti, nella velocità degli insulti.
Non conta più l’età, la posizione sociale. Tutto è passato in secondo piano. Nuovi simboli appaiono.
Negli ultimi tempi si sta diffondendo una nuova moda quella di risolvere le questioni a suon di pugni. Se si ha un incidente d’auto in città si rischia di essere aggrediti, affrontati da persone inferocite, irose. Spesso non si tratta di rabbia passeggera, ma di violenza gratuita. Non si accettano più gli altri, non si sopportano gli errori.
I giovani focosi, testardi sono capaci di prendere a sberle una persona anziana. Negli ultimi tempi le cose si sono aggravate, hanno preso una piega sorprendente. Ci accorgiamo che anche gli anziani prendono a botte gli altri. Si tram spesso per una banale lite anziani arrabbiati prendono a calci, pugni giovani e persino donne mature. Uomini adulti, nonni, persone in pensione aggrediscono senza ritegno usando parole sconce. Anche donne anziane con l’aria compunta alla fine per una stupidaggine si sfogano con spintoni e pugni.
Le cose sembra che possono essere risolte completamente solo con i pugni, le botte, la violenza fisica, manca il dialogo che se c’è si infiamma fino a degenerare. La rabbia emotiva esplode quasi sempre come una furia. L’esasperazione degli anziani si manifesta con la violenza fisica.
Ci rendiamo conto che la nostra civiltà tanto decantata che avrà persino l’auto elettrica, il cellulare pieghevole, risolve le questioni come i bruti del passato che si ammazzavano di botte per una nullità nelle osterie.
Siamo diventati intolleranti, diffidenti tanto che non diamo più nemmeno le foto dei nostri figli ai parenti.
Ester Eroli