Caldi rifugi

In passato la vita sicuramente era più dura. Negli anni ,ad esempio della grande guerra, accadeva spesso che gli adolescenti venissero impiegati da subito nel lavoro dei campi. Le famiglie più povere non potevano permettersi di far studiare i propri figli, che così vedevano sfumato il loro sogno di affermarsi. I bambini, anche piccoli di cinque anni, venivano mandati a spigolare nei campi di grano appena mietuti o a raccogliere legna in aperta campagna, nei boschi limitrofi. Le bambine specialmente parlavano, gestivano come donne fatte. Solitamente accudivano i fratelli più piccoli, facevano il bucato, preparavano i pasti, seguivano le bestie, sistemavano la stalla, rifacevano i letti, pascolavano le pecore, cucivano e stiravano . Per molte bimbe povere non c’erano giochi all’aperto, bambole di pezza, anche solo fatte con panni scoloriti e vecchi, passeggiate nei prati, chiacchiere con le coetanee. Molte avevano delle responsabilità, una occupazione. A queste anime innocenti spesso mancava il soffio caldo di uno spiraglio di luce, un attimo di pura libertà tutto per sé, il volo della fantasia, la scoperta dell’ignoto. La vita si svolgeva seguendo i ritmi lenti delle stagioni e dei giorni, senza divertimenti, senza soddisfazioni. Molti bambini per leggere erano costretti a sfogliare vecchi e polverosi libri custoditi nelle soffitte delle loro case. La maggior parte di loro non sapeva bene cosa fosse una vera biblioteca. Non avevano mai messo piede in una libreria, varcato la sua soglia, capito il suo funzionamento. Molti bambini allora non avevano scampo. Erano costretti durante le ore calde o fredde del giorno, mentre gli animali e i genitori riposavano, a rifugiarsi di soppiatto, di nascosto come ladri furtivi, per paura di essere sorpresi, nella soffitta per leggere respirando l’aria stantia di quel luogo maleodorante. Entravano nelle soffitte in sordina, con lo sguardo basso e timoroso senza sapere come muoversi, da dove cominciare. Li attendevano montagne di libri consunti, ingialliti dal tempo, con i tioli cancellati dall’umidità. I volumi possenti mettevano i bimbi a disagio, incombevano come giganti muti. I volumi enormi, con strane scritte al posto del titolo profumavano di polvere. I loro occhi con difficoltà si abituavano alla luce fioca delle tenebrose soffitte. I libri sparsi alla rinfusa, il disordine li disorientavano più che mai. Tutti quei libri attendevano trepidanti di essere letti, guardavano, ammiccavano complici, strizzavano l’occhio come vecchi amici ritrovati. I bambini leggevano, assorbiti dalla lettura si facevano sorprendere, rimproverare. Ogni volta però riprendevano dal punto in cui avevano lasciato, senza farsi intimidire. Per molti bambini alcuni testi furono la rivoluzione, l’ingresso In un mondo diverso da quello vissuto. I bambini del passato avevano spesso solo questo svago, che però li appagava. Lavoravano di buon lena pensando al momento in cui avrebbero avuto tra le mani i libri preferiti. Nella noiosa casa la soffitta rappresentava un caldo rifugio. Alcuni bambini del passato hanno imparato con il tempo, a proprie spese, che il vero tesoro non sono le terre, l’oro, ma i libri. Un tesoro prezioso più dell’oro perché alimenta i pensieri del cuore e della mente.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.