Cartella clinica

Dopo una operazione o un ricovero clinico o  ospedaliero  di solito si compone la cartella clinica con tutti i dati e gli estremi del ricovero. Il regolamento dovrebbe contemplare di avere subito la cartella clinica a disposizione . Di solito questo non avviene specie nelle cliniche private. Per avere la cartella clinica bisogna attendere con pazienza. Si tratta di una attesa lunga, snervante che può durare mesi, anni, non solo giorni. Bisogna fare la richiesta, inoltrarla agli uffici competenti e pagare un tributo, che appare assurdo, detestabile, perché bisogna pagare per avere la propria cartella clinica?  Bisogna fare file stressanti agli sportelli dove però, dopo il pagamento, ci viene assicurato da un serio impiegato  che la procedura è inoltrata e che si può avere la disponibilità entro quindici giorni massimo un mese. Non sempre è cosi, i tempi si allungano. Inoltre si possono ritirare solo di mattina, quasi mai il pomeriggio e chi lavora deve prendere dei permessi. Per ritirare la cartella di un proprio congiunto ci vuole la autorizzazione, la delega, la fotocopia del documento e via dicendo, una noiosa e pesante trafila. Un peso per i figli di una persona anziana.

In alcuni casi la cartella non è pronta, specie se si tratta di una cartella degli anni precedenti ma che serve per ragioni mediche o amministrative. In pratica spesso non si ritrova negli archivi cartacei. In certi posti non esistono i comodi  e pratici archivi elettronici che consentono la stampa immediata del documento. Ci sono solo gli archivi cartacei polverosi che spesso hanno avuto problemi di struttura, di infiltrazioni d’acqua, di incendio. Alcune volte non sono state fatte le disinfestazioni e non si può accedere nei locali dell’archivio. Ogni scusa è buona e intanto non entriamo in possesso della cartella che risulta in alcuni casi dispersa.

Negli uffici appositi addetti alle cartelle cliniche ci ricevono spesso impiegate giovanili che sembrano le sorelle delle figlie, curate al massimo grado, appena uscite da un lifting facciale  che ci guardano sostenuto e ci maltrattano, nemmeno ci salutano all’arrivo o impiegati vulnerabili e nervosi pronti a scattare per un virgola fuori posto . Le impiegate si atteggiano come modelle  su una passerella di uno stilista di moda, come se si fosse a un party, come se ci interessa il loro look.  Ci rimproverano di essere venuti in anticipo, quando la data fissata per il ritiro ce l’aveva fornita l’amministrazione. Poi avviene uno spaventoso gioco di rimpalli di responsabilità, interminabile. Ci viene spostato l’appuntamento e fornito per informazioni numero di telefono fasulli o sempre occupati. Di fronte alla nostra rabbia accecante, furibonda  visto che il documento ci serve urgentemente per una pratica di invalidità, gli impiegati ridono in modo sgarbato. Agitati e sconvolti facciamo reclamo alla  direzione che invece di rassicurarci perde la pazienza e ci maltratta e ci intrattiene con aspre parole come fossero loro la parte lesa. Nessuno ci aiuta e tutti si tirano indietro come se la nostra cartella clinica fosse un documento dei servizi segreti. Ci presentiamo agli sportelli per reclamare ma veniamo ricacciati indietro e respinti. Siamo invisibili e la nostra cartella clinica giace su qualche scaffale che nessuno si è mai degnato di pulire, mal conservata.

 

Ester Eroli

 

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