Casi di mobbing

Casi di mobbingSpesso gli ambienti di lavoro sono luoghi dove avviene una forte competizione. All’inizio ciascuno ha pensato di trovare nell’ambiente di lavoro una specie di grande famiglia, ma poi si è dovuto ricredere. I luoghi di lavoro sono spesso piccoli villaggi che generano solo claustrofobia. Difficilmente si riesce a instaurare un rapporto di amicizia o ci si vede fuori dall’orario di lavoro. Anzi in alcune aziende si verificano sempre più spesso casi di mobbing dichiarato o addirittura di bossing, ossia il comportamento disgustoso dei dirigenti nei confronti dei dipendenti. Ci sono infatti capi che sono dei Narcisi, che si ritengono talmente superiori che non salutano nemmeno. Sicuramente non sanno che certi incarichi non durano a vita. Sono persone autoritarie che pensano solo ai loro affari, e che hanno la mania del potere e si lasciano andare a comportamenti eccessivi. Il mobbing si traduce in concreto in atteggiamenti molesti, in comportamenti lesivi della dignità morale e professionale della persona prolungati nel tempo, in insulti e maldicenze, in fenomeni di emarginazione, in aggressioni verbali, in costrizioni, in angherie e vessazioni, in allontanamenti, in pressioni psicologiche, in persecuzioni, atti denigratori, ritorsioni, mancanze di rispetto, attacchi verbali, esclusioni, punizioni, isolamenti, rimproveri in pubblico, tensioni . Il dipendente si sente ignorato, privato del dialogo e della collaborazione dei colleghi, costretto a non integrarsi con gli altri. Molti casi di mobbing sfiorano il reato e procurano problemi di salute alla vittima. Le vittime accusano gastriti, insonnia, dermatiti, nevrosi, attacchi di panico, stress. Le vittime maggiori sono le donne costrette a subire le molestie degli uomini e le insinuazioni delle donne. Le donne arrivano a forme estreme di persecuzione nei confronti delle altre donne. Ricorrono alla maldicenza, al ricatto, al complotto, all’attacco diretto. In alcuni casi ci sono donne che sottraggono l’amicizia di altre donne e la complicità con i superiori. Arrivano a fare dispetti a introdursi di soppiatto nella posta elettronica. Fanno terra bruciata intorno alla vittima con comportamenti per nulla etici, anzi illegittimi. La persecuzione non ha basi lavorative ma solo personali. Si arriva alla incompatibilità. In Italia non esiste una legislazione specifica e anche gli Stati uniti sono carenti. In Germania c’è più attenzione al problema. La Svezia tuttavia è quella che ha superato tutti, in questa nazione il danno morale viene considerato, cosa che non avviene in Italia. Da noi ogni azienda piccola o grande che sia dovrebbe avere un centro d’ascolto per poter far richiamare il molestatore. Non si può passare il tempo a sentire la collega di turno che nella nostra stanza si esalta, si vanta e contemporaneamente ci insulta pesantemente con parole pesanti e doppi sensi. In fondo una persona si reca sul posto di lavoro solo per svolgere il proprio mestiere non per sentire insulse chiacchiere salottiere.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.