Cavillare

Ai nostri giorni le selezioni per il lavoro avvengono in modo automatico, spesso con l’ausilio di mezzi informatici. Il singolo viene giudicato come fosse un pacco postale, con quiz a risposta multipla dove non emerge la personalità, il centro dei suoi pensieri. Le persone che sbagliano i quiz anche se brave e competenti vengono respinte come merce difettosa. In certe selezioni non si creano comunicazioni, punti di contatto. Folle di persone nei concorsi vengono giudicate in modo forfettario, analizzate per sommi capi come fossero manichini per una vetrina. Molte aziende per la selezione rapida sfruttano i quiz aridi e insignificanti. le prove spesso si svolgono in locali angusti, in minuscoli cubicoli. La prospettiva è la possibilità di essere assunti per un sistema elettronico, senza ambizioni. Sono i quiz che decidono in modo assurdo anche per fare i commessi e per lavorare in una libreria dove conta pure la empatia. Nei quiz i candidati sono giudicati tutti uguali come le statue di una galleria d’arte. Non conta la bravura, l’eleganza, l’espressività, la ragionevolezza. Le persone più squilibrate spesso hanno la meglio. Si sceglie senza coerenza in certi posti di lavoro. Del resto molti lavori sono precari, a tempo, sono dei lavoretti senza impegno. Ci si aspetta sempre qualcosa di più dalle selezioni.

Negli ultimi tempi sta scomparendo pure la necessità delle referenze per certi lavori, che in passato erano indispensabili. Cosi molti si sono ritrovati ad assumere badanti dal passato oscuro che ignoravano, e poi  si sono avute brutte soprese. Badanti cattive e piene di malizia hanno rubato nelle case dei datori di lavoro. In passato le referenze erano fondamentali, ora si cavilla di meno con tutte le conseguenze del caso.

 

Ester Eroli

 

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