Nell’immaginario collettivo a questa isola dell’Europa Meridionale si associano il mare cristallino, le dimensioni ridotte, e una popolazione dalla mentalità molto conservatrice (pensate che il divorzio, a Malta, è stato legalizzato soltanto pochi mesi fa). Quello che conoscono in pochi, e che fa certamente onore a questo piccolo paradiso, è il fervore culturale che da qualche anno si sta facendo strada sotto forma di eventi e rassegne di grande valore artistico. Ne sono esempi fulgidi il Malta Arts festival (un meltin pot di discipline artistiche eseguite da personaggi maltesi e non) e l’annuale Jazz Festival, che ogni anno riempie gli hotel di Malta e attira talentuosi musicisti jazz da ogni parte del globo. Appena un mese fa si è conclusa la ventuneisma edizione del Jazz Festival, e lo spettacolo è stato se possibile ancora più grandioso rispetto alle passate edizioni; a ridosso del più grande porto di Malta, musicisti e interpreti del calibro di Nadine Axisa, João Bosco, e il Mark Galea Quintet si sono alternati per tre giorni in una cornice suggestiva, una sorta di Woodstock delicato ed elegante che non ha deluso nemmeno quest’anno gli appassionati di Jazz accorsi in massa. Sandro Zerafa, il direttore artistico del festival, si è dichiarato profondamente soddisfatto dell’esito della manifestazione, così come dell’introduzione del progetto parallelo “OFF”, creato per dare risalto alla scena jazz locale ed amalgamarla con quella internazionale, tramite collaborazioni, jam sessions ed esibizioni multiculturali. Assistere al festival è stato qualcosa di emozionante ed importante: un evento che ha tutte le carte in regola per diventare un appuntamento fisso di tutti i vecchi e nuovi sostenitori del jazz.