Chi si somiglia si piglia e chi sta insieme si assomiglia

somiglianza cane padroneQueste due semplici frasi delle dicerie popolari non sono poi così distanti dal vero. Cioè non sono solo modi di dire. Tutti noi abbiamo visto La carica dei 101, credo. Simpatico l’inizio in cui Pongo guarda fuori dalla finestra e vede cani e padroni simili. Oppure quando si vedono due amiche che sembrano uguali. O ancora due coniugi magari con trent’anni di matrimonio alle spalle che sembrano quasi somigliarsi. La scienza ha dato ragione alle nostre impressioni. Chi sta insieme per tanto tempo, inconsciamente assume espressioni facciali che tendono ad imitare l’altro. E questo perché il nostro cervello, alla fin fine, è molto limitato e altro non fa che imitare. Invece di sforzarsi a creare espressioni e lessico dal nulla (operazione molto più faticosa, alla quale serve un dispendio di energia enorme), preferisce imitare quello che vede come fosse allo specchio. Certo, ci sono i corredati di questa teoria che credono lo si faccia anche con scopi di accettazione sociale e ammirazione inconscia, ma non è solo quello. Quindi se vedi due sedicenni che sembrano uguali e tendi a confonderle, sarà perché sono molto amiche, passano molto tempo insieme e, di conseguenza, tendono quasi ad imitarsi. O meglio, visto che l’imitazione è reciproca, se i caratteri sono ugualmente forti, a creare un comportamento terzo che sia un mix dei due. Questa cosa che ho scoperto per me è eccezionale. Si spiegano così tante cose. Mia mamma dice sempre che quando vede la mia migliore amica si apre con lei perché le ricorda me. Questo allora non succede perché lei rappresenta una figura importante per me, no. Succede perché ci vediamo sempre e quindi, in effetti, i nostri atteggiamenti sono uguali. Quindi anche quando ci sembra di conoscere qualcun altro, anche se non l’abbiamo mai visto (cosa che a me succede spesso e mio marito mi prende per pazza), è perché ha delle espressioni facciali che ci ricordano qualcuno che conosciamo. Infatti, sempre questa speciale teoria, afferma che quando vediamo qualcuno, la prima cosa che ci colpisce non sono solo le linee del volto, ma le espressioni facciali. Che illuminazione. Per questo quelli che vivono storie a distanza quando poi si vedono, capita che cali l’imbarazzo. Non riconoscono i segnali che lancia la loro faccia, è così semplice adesso capirlo. Oppure quando due si lasciano e si dicono “Non ti riconosco più”. La maggior parte delle volte sarà dovuta anche al fatto che si sono visti sempre meno e non decifrano più cosa c’è scritto sul volto dell’altro. Quindi anche quando ci fidiamo a prima vista di qualcuno o quando ci sta simpatico ‘a pelle’ in realtà è perché conosciamo già le espressioni del suo viso. Che forte, questa cosa mi apre un mondo. L’ho spiegata anche all’altra mia amica che continua a struggersi per uno che io odiavo. Così ho preso la palla al balzo e le ho raccontato questa bella teoria. Lei, invece, fa finta di non capire e continua con la solfa che “Nessuno sarà mai come lui”. Io mi giro indispettita e dico “E’ perché non ha amici”. Ops! Allora è anche per quello che tante finiscono per mettersi con il migliore amico del fidanzato!

 

Castellani Giulia

 

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