Chiedere

Il mondo del lavoro ci appare sempre complesso. Ci guardiamo in alcuni casi intorno con aria smarrita. Stiamo chiusi nel nostro bozzolo, dietro la nostra scrivania, nel nostro angolo di negozio, solitari come cani nel deserto. Nessuno ci fila, di rado qualcuno di rivolge la parola. Chi passa di livello smette in automatico di salutarci, ormai nella sua posizione non ha più bisogno di noi. Detestiamo simili comportamenti ma poi scopriamo che sono molti quelli che montano in superbia. Quando piove una processione di colleghi, palloni gonfiati, ci viene a dire che ha gli ombrelli firmati. Ogni scusa è buona per vantarsi. Le vanterie sono all’ordine del giorno come le sardine nel mare. Ci deprimono le critiche, non sopportiamo la superbia, quelli che ci vogliono umiliare a ogni costo.

La cosa peggiore è che ci accorgiamo che sul lavoro non battiamo chiodo. Non possiamo chiedere nessun favore ai colleghi sia esso di lavoro e non. Fanatici superbi ci snobbano, sono come scrigni  chiusi con lucchetto a doppia mandata. Non possiamo contare su nessuno, troviamo solo rivalità, contrasti. Il rispetto latita come l’amicizia. Anche quelli che ci ispirano simpatia ci deludono e ci chiudono la porta in faccia con uno stile sobrio.

Rimaniamo paralizzati quando scopriamo che non possiamo confidarci con nessuno, conversare con nessuno. Con nessuno possiamo formare, plasmare, costruire.

Siamo chiusi come un pesce nel ghiaccio. Dovremo imparare a fare tutto da soli ma non sempre ci riusciamo. Nei posti di lavoro è diventato difficile chiedere persino una penna.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.