Per penetrare nel mistero della trinità e potervi dimorare seguì gli insegnamenti di santa Teresa e di Giovanni della Croce. Seguì inoltre le parole di san Paolo che lei considerò sempre la sua guida spirituale. Elisabetta era nata a Campo d’Avor, campo militare, in Francia, vicino Bouges, primogenita di un capitano morto prematuramente. Di temperamento vivace e allegro entrò giovanissima nel coro della sua parrocchia. La sua inclinazione, la sua vocazione sbocciò quasi subito. Di solito infatti le inclinazioni naturali si manifestano sin dai primi anni di vita. I primi anni di impegno cristiano furono caratterizzati dal catechismo e dall’assistenza ai malati. Il suo era un esempio di carità concreta, non astratta. Cominciò presto a scrivere, infatti è famosa anche come scrittrice francese, e a dedicarsi alla preghiera come fonte di spiritualità. Le sue preghiere assunsero presto il sapore delle lodi al signore.
A soli ventidue anni entrò nel convento delle carmelitane scalze di Digione. Prese i voti nel 1903. Nel silenzio della contemplazione della dimensione spirituale e mistica studiò attentamente il fenomeno trinitario nel suo complesso. Le prove della sofferenza fisica e morale non tardarono ad arrivare. Infatti morì a soli ventisei anni di un morbo particolare. Al momento della morte disse che sarebbe andata verso la luce, verso la luce della trinità che tuttora nessuno sa spiegare completamente. Ci sono misteri che la natura umana non potrà mai possedere per intero. La conoscenza della trinità da parte della suora è stata solo un’esperienza personale. L’uomo non è il padrone dell’universo, ci sono cose ancora inspiegabili e incomprensibili per la mente umana.
Ester Eroli