Confetti

In occasione delle nozze di William e Kate la cittadina di Sulmona ha regalato una confezione regalo agli sposi reali inglesi con mandorle tostate e ripieno anche di frutta. Le origini sono antiche, alcuni studiosi ritengono che siano nati ufficialmente nel 1200 come dolci di miele indurito per occasioni speciali come dolce pregiato per esclusivo consumo di famiglie nobili. Secondo altri ad inventare i confetti fu un medico  di origini arabe che li usava come terapie infatti metteva le medicine amare per i bambini in involucri dal guscio dolce. Una cosa è certa si usavano già ai tempi dell’imperatore Tiberio e in tutta l’epoca romana fatti con il miele e  la farina per celebrare nascite, nozze, vittorie militari. Infatti in epoca successiva Napoleone ebbe il suo trionfo passando sotto archi fatti di confetti come simboli di fortuna e prosperità. Nel settecento con l’uso dello zucchero, importato dagli arabi, si eliminò il miele. Si fecero solo confetti ricoperti di zucchero con numerose varianti ossia con pistacchi, cocco, nocciole, cioccolato ecc. e persino colorati e decorati. La Spagna divenne un ottimo produttore come pure Genova, seguendo le ricette arabe e turche. A Venezia sull’esempio dell’estremo oriente si usò la frutta candita. A carnevale in epoca bizantina i nobili gettavano confetti dai balconi per divertirsi come simbolo di abbondanza e gioia. Nel quattrocento si sviluppò la produzione artigianale di Sulmona a partire da monastero di santa Chiara dove le stesse suore si occupavano della produzione. In occasione di solenni festeggiamenti si usavano confetti a grappolo, a fiore come margherita e tulipano, a forma di spighe  e rosari. Si usavano pure per la consacrazione di suore  e preti. Nel rinascimento nelle feste dei ricchi si usavano coppe di confetti da portare in dono. I confetti venivano distribuiti nel seicento durante le rappresentazioni teatrali e alle cerimonie vaticane. I greci usavano regalare mandorle come buon auspicio e portafortuna. Nel medioevo gli speziali davano confetti per facilitare la digestione. In Sicilia per le cerimonie si regalavano scrigni pieni di confetti. In Spagna si fecero vere fiere dei confetti di varie tipologie e fu questa nazione ad affinare le tecniche di lavorazione usando pure nocciole e zucchero di canna e agrumi. In Svizzera nell’ottocento si fecero confetti di cioccolato anche a forma di cuore. A Ragusa le spose offrivano durante il banchetto confetti su vassoi di argento. La vera produzione a livello industriale si ebbe in California dove si diffusero quattro tipi diversi. La produzione si occupò pure di esportazione arrivando fino in Russia. A Napoli sorsero nell’ottocento molte industrie. A Agnone si diffuse una produzione artigianale particolare di confetti detti ricci dalla superficie rugosa, grandi come dimensioni, e teneri all’interno da usare freschi e sottovuoto. Per farli si usa gomma arabica, aromi naturali e mandorle di Avola in Sicilia. Negli anni sessanta la produzione subì una evoluzione e vennero ristrutturate antiche fabbriche. Si usarono confetti di cannella, caramello, miele, arancia a forma anche di pianta, di sculture, di paesaggi, di personaggi a seconda del gusto dei clienti e si usò uno sciroppo di zucchero bianco. Si abbinarono i colori dei confetti alle feste. Confetti gialli per le nozze di cristallo venti anni di matrimonio,  color acquamarina per le nozze di perle trenta  anni di matrimonio, blu per le nozze di zaffiro trentacinque anni di matrimonio, verde per le nozze di smeraldo  quaranta anni di matrimonio, avorio per cinquantacinque anni di matrimonio,  rossi per la  laurea , verde chiaro per le nozze di bronzo ecc. In Francia fra i nobili si diffuse l’uso delle bomboniere, e la parola infatti è di origini francese. Per i fidanzamenti si usava offrire confetti in piatti di raffinata ceramica in avorio, madreperla, smalto blu e oro, rifiniti in argento. Nell’ottocento i confetti seducono oltre i nobili anche la borghesia.

La lavorazione prevede l’uso di caldaie di rame e acciaio ruotanti con soluzione di saccarosio. A seconda del tipo di rotazione variano le forme geometriche dei recipienti. Dopo si passa alla asciugatura con aria calda. Ci sono varie fasi come la bagnatura e l’essicazione e la lucidatura e colorazione.  Per fare confetti ci vogliono tre giorni di lavoro. Negli ultimi tempi sono stati prodotti confetti al cocco, alla vaniglia, al rum, alla fragola, al caffè, al liquore.  Si usavano sempre di più variopinti per i compleanni, verdi per il fidanzamento, rossi per la laurea, neri per il lutto.

In Abruzzo esiste il museo del confetto dedicato al cavaliere Mario Pelino, nato nel settecento e ristrutturato nel novecento. il museo si trova al secondo piano dello stabilimento di confetti antico. Sono esposti documenti, premi vinti, e in ordine cronologico i macchinari usati per la lavorazione come torni, torchi, presse dell’ottocento e primi del novecento. Gli utensili sono originali. Nel museo si fa la storia del confetto. Nel museo sono esposte confezioni regalo con l’aggiunta pure di caramelle.

 

Ester Eroli

 

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