Crisi: il punto di vista dell’Italia

Crisi: il punto di vista dell’ItaliaLa crisi che ha coinvolto l’Italia durante questo anno è stata sentita da molte persone in tutte le parti della nazione.
Estremo nord, centro, sud… dappertutto si è avvertita.
Secondo un piccolo sondaggio che ho effettuato personalmente attraverso una ricerca telefonica per motivi di lavoro ho rilevato che nel nord Italia una discreta parte di aziende e negozi ha dovuto cassare la propria attività entro fine anno.
Molti si lamentano di riuscire a stento ad arrivare a fine mese, altri ancora si rifiutano di fare acquisti superflui proprio perché non si ha moneta disponibile e diciamo pure che l’euro è diventato un “materiale di difficile ritrovamento”.
Le famiglie hanno difficoltà ancora maggiori sia se hanno figli molto piccoli, sia figli adolescenti e, peggio ancora, chi ha figli adulti a carico e…. disoccupati.

“Nei primi mesi del 2010, la percentuale di persone di 14 anni e più che si dichiara molto o abbastanza soddisfatta della propria situazione economica è pari al 48,4%, una quota di poco inferiore a quella di quanti si dichiarano per niente o poco soddisfatti (49,3%)”. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Istat sulla ‘Soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita nel 2010′.

Eppure da questa indagine emerge una maggioranza minima di persone estremamente insoddisfatte della propria situazione. Alcune regioni del nord hanno anticipato i saldi stagionali nel periodo natalizio proprio per favorire al ceto medio di fare acquisti nel periodo dell’anno dove solitamente i prezzi “lievitano”.
La vendita di automobili è scesa di parecchio e persino il consumo di prodotti alimentari a basso costo è aumentato in modo incredibile.
Si risparmia su tutto e si evitano spese inutili. In altri termini, la situazione delle famiglie medie italiane non è delle migliori!
Cellulari, computer, elettrodomestici, tv sofisticate e tecnologie avanzate sono al top delle classifiche sugli acquisti di natale e non solo..
La crisi si sente solo in certi momenti?
O si risparmia su determinate cose per poi spendere su altre categorie di prodotti?
Leggendo sui dati ISTAT si scopre una contraddizione notevole sull’aspetto della crisi e su quanto essa sia profonda, sarà ottimismo?
Gli italiani non si lamentano perché si accontentano o perché c’è la poca umiltà di non ammettere che sta andando a retrocedere l’aspetto economico familiare?
In ogni caso il mio piccolo sondaggio formulato su un campione di circa 200 persone in parecchie città del nord Italia rileva che la crisi c’è e si sente parecchio, al punto che le persone non acquistano prodotti non di prima necessità. Su circa 500 attività nel campo della ristorazione ho rilevato che circa 200 attività hanno dato fallimento o lo daranno nei prossimi mesi, un centinaio di locali di lusso afferma che sono praticamente fermi; le famiglie mangiano nei fast food per risparmiare e quindi i locali di lusso vengono frequentati sempre meno, pizzerie, pub, e Mc Donalds avanzano lentamente ma almeno sopravvivono, il restante 200 attività dice che si vende pochissimo, e di queste 200 sono una piccolissima parte di esse afferma che la condizione è stabile. Nei prossimi mesi si vedrà il decorso della situazione.
Credo che il 2011 sarà un anno di risparmi!

 

Maria Giovanna Bat

 

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