Cugini

In passato chi era cugino aveva un rapporto amichevole. I cugini parlavano di tutto, si abbracciavano con slancio, erano impazienti di incontrarsi, si difendevano, venivano scambiati per fratelli specie se somiglianti. Le loro esperienze erano condivise, gli episodi di vita e  di morte, di dolore e gioia erano mescolati insieme. Nessuno si sognava mai di interrompere il rapporto. Non si poteva uscire dalla vita di un parente stretto, di un cugino nonostante gli screzi, i dissapori, i contrasti. Tra i cugini generalmente c’era rispetto, comprensione reciproca, intimità, dedizione. Il cugino rappresentava il legame con la famiglia, fonte di vita, sorgente di benessere.

Con l’età moderna l’individualismo più sfrenato è caduto come una scure sui rapporti familiari, falciando affetti, ricordi, pensieri. E’ subentrata la gelosia, sono entrati in gioco rancore e rabbia, menzogna  e dissipazione.

Molti cugini, specie se coetanei, sono entrati in contrasto, si sono fatti la guerra come rivali. Non hanno resistito e si sono fatti prendere la mano dal consumismo e si sono dati battaglia per rivaleggiare in abiti, viaggi, oggetti. Anche le persone più garbate hanno finito per odiare i cugini rivali. I cuori induriti sono diventati immuni dal sentimentalismo. L’invidia è entrata strisciando come una serpe insidiosa, come una malattia contagiosa.

Le donne cugine si sono mostrate leggermente più accanite degli uomini. Si sono date battaglia per rivaleggiare sul terreno dell’amore, della casa, degli abiti e gioielli. Come se un anello più prezioso di quello della cugina potesse servire a qualcosa, fosse un chiaro elemento di distinzione. Ci sono cugine che hanno estromesso la parente dalla comitiva, lasciandola sola, che hanno provocato e rubato il fidanzato della parente, che hanno sottratto oggetti e persino rubato. Molte hanno fatto dispetti, rotto oggetti con proposito. Già un albero di Natale più bello di un altro ha provocato rabbia e frustrazione. C’è  chi ha finto un errore, una caduta e l’ha distrutto. I cugini si comportano come se tra loro non esistano legami chiari di sangue.

Il colmo l’ha raggiunto un ragazzino che voleva prendere la pistola del padre poliziotto per uccidere il cugino nato il suo stesso anno.

E’ una vera disgrazia nascere nello stesso anno, si va incontro a rivalità per la scuola, per le feste, per gli amici. Per rabbia si compiono atti imperdonabili.

In tutto questo i genitori, gli adulti, quando non alimentano la rivalità, restano impassibili. Non intervengono, non ammoniscono, non sorvegliano, non puniscono. Anzi le zie alimentano la rivalità delle figlie cugine. Facendo sentire la figlia in minoranza per elogiare l’altra creano spaccature profonde. Inducono la figlia a emulare l’altra creando un sentimento di astio, di ribellione.

Ci sono persone che sono state costrette a laurearsi solo perché il cugino si era laureato  e loro non potevano, dovevano essere da meno. Talvolta sono i genitori che si mettono in testa strane idee e creano emulazione, competizione inutile e dannosa.

Ci sono adolescenti che si sono suicidati perché non si sono sentiti all’altezza del loro coetaneo cugino. Si induce un figlio a farsi assorbire da un sentimento negativo, dalla morte pur di continuare una gara assurda basata su valori sbagliati. Ogni figlio è se stesso, diverso dagli altri e guai se non fosse così. Saremo solo manichini tutti uguali come quelli esposti nei negozi.

 

Ester Eroli

 

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